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LA RIFORMA SOCIALE — ANNO III - YOL. VI
             nella felicità umana. Non senza ragione notò Adolfo Wagner, parlando del materialismo storico dei socialisti, come essi sieno troppo materialisti quanto al passato della società umana che derivano interamente dalla sua struttura economica, e troppo idealisti quanto all’avvenire di essa e al futuro ordinamento comunista. Il medesimo contrasto si riproduce visibile fra (’inclinazione pessimistica e l’ottimismo riformatore dei socialisti,, fra il modo onde guardano noi presente, e quello onde vedono il futuro. Di fronte all’ottimismo della vecchia economia, fin dai giorni d’Adamo Smith e dei fisiocrati, all’opportunismo utilitario ancora risorgente in alcune scuole etiche ed economiche, variazioni dell’antico individualismo, il socialismo sta colla sua analisi severa e inflessibile dei mali che affliggono la società presente e delle loro cause storiche. Ma porta, altresì il profondo convincimento che il pessimismo come teoria assoluta e universale della vita è inefficace quando non divenga funesta, perchè in nulla conferisce al miglioramento materiale e sociale dell’uomo. Deplorare il male, ma non disperare del bene : tale è la divisa del socialismo dinanzi alle correnti pessimistiche del nostro tempo corno all’inconsapevole ottimismo liberale delle cosidette armonie economiche.
                Questa specie di pessimismo progressivo, che, pur deplorando, non dispera, nè i mali della società presente crede insanabili, non si chiude quindi in quel passivo lassair ulìer, a cui s’abbandonano, per opposte ragioni, l’ottimismo economico e il pessimismo. Quanto più il socialismo insiste sopra un concetto materialistico della vita sociale e della storia, e la sua attenzione è quindi concentrata nelle condizioni reali e concrete dell’esistenza umana, tanto più vigore acquista il convincimento che, rimuovendo le cause, si possa efficacemente sanare la presente miseria sociale. Tutti i motivi ideali e sentimentali, cioè tutto l’insieme, di elementi che mirano al rinnovamento degli animi, come preparazione al rinnovamonto economico e sociale, sono studiosamente esclusi dalla tattica della democrazia sociale, perchè si ha fede che la riforma delle condizioni economiche basti a determinare, per virtù propria, la riforma interiore, e ad assicurare insieme un vero e durevole benessere sociale, e che il riordinamento della proprietà in ordine alla odierna forma di produzione sociale, valga ad inaugurare l’èra della pacificazione sociale e della comune giustizia, nella profonda speranza che
  Somehoio flood
  Will he thè final gral of all,
come cantò il poeta.