1138 . la riforma sociale — anno vili - Vol. xi Non sappiamo precisaincnto • quale criterio abbia guidato la scelta, nè ci sembra che questi, adesso radunati nel libro, siano per avventura i migliori di quanti mui discorsi, ne' molti anni della sua civile attività, abbia pronunziati il prof. Bovio. Il quale non dalla cattedra unicamente ha voluto insegnare, ma dal Parlamento nazionale come dal popolare comizio egli lia sempre inteso ad essere educatore. Choccliò ne sia dol criterio di scelta, questo volumo ha in sè stesso una palese unità. Nè il merito è tutto doi raccoglitori intelligenti, però che deriva più tosto dal carattero dell'oratore, per il quale la parola non fu mai artifìcio o lenocinlo o spediente di opportunità, ma iuvece è stata sempre comunicazione di propositi sinceri o dichiarazione di convincimenti costanti. La trama collegatrice do' varii discorsi dol Bovio, varii di argomento e di inspirazione, è tutta nella idealità con che egli sente ed esprimo la grandezza della nuova Italia, nell'idealità con elio egli considora la misiiono della terzn Roma. La maggioro unità del libro è poi nella immutata fede dol pensatore alla libertà repubblicana, che egli crede inseparabile da una soluzione sociale. Ma se por il Bovio la libertà e la repubblica sono passione e partito, alla passione e al partito sovrastano in lui l'Italia o Roma. L'Italia resta ancora, pel Bovio, la terra dello grandi tradizioni c dello grandi utopie. II risorgimento italiano è stato, secondo il Bovio, incivilitoro dell'Europa moderna: nel giorno elio l'Italia salpò da Quarto ella indisse un nuovo diritto pubblico all'Europa: noi giorno XX settembre 1870 ella consacrò quel diritto. Ondo, pel 'Bovio, la grande missione della Italia risorta a nazione sarebbe quella di farsi indicatrice di iniziative equo e redentrici per le altre nazioni, in modo che Roma apparisca ad ogni gente corno il centro del diritto delle genti insti-tuito. Bella e commovente poesia della Patria! Non è arrischiato affermare che pochissimi tra i contemporanei sono educati a sentire in modo così classico, cosi dottrinale, cosi retorico — retorico, s'intende, nel significato più proprio e più rispettoso della parola — la grandezza italiana, una grandezza, ahimè ! tratta solo dalle istorie, dall'arto, dal diritto, dalle rivoluzioni, anzi che realisticamente concepita e criticamente giustificata dalle condizioni attuali della Patria. Diremmo quasi elio in nessuno dei sopravissuti agli uomini e alle lotte che bau ricoustituito l'Italia su i despotismi antichi e contro le invasioni straniere, vibri, meglio che nell'animo di Giovnnni Bovio, In gloriosa, commovitricc, ma pur ingcnun sentimentalità di quei tempi ormai trapassati: onde a chi legga con intelletto moderno i Discorsi dell'A., accnde più sovente di ritrovare ampi motivi di esaltazione patriottica più tosto che lume di filosofin o acume di politica. Tale l'uomo, tale il libro, stavolta. E parlare di questi Discorsi dei Bovio è come parlare dell'uomo che li ha pronunziati con foga sempre sincera e con intendimento sempre ammonitore. In fatti nel libro sono ed appaiono intere, perspicue, le insufficienze critiche dell'illustre professore dell'Università di Napoli, che vissuto e animatosi tra gli ultimi rappresentanti di una generazione eroica ne continua gli ideali, ma con idee ormai oltrepassate dalla conoscenza e dalla conscionza della generazione presente. Questa, ammaestrata iu gran parte dal criticismo elio ha pervaso e innerbato gli studi, tende a rivedere sempre più le concezioni classiche, a sviscerare lo ideologie tradizionali, e por riescire a dottrine che sinno come il riflesso dolla