56 LA RIFORMA SOCIALE — ANNO XV - VOL. XIX mancanza di una vera e diretta facoltà di premiare e di punire, e per le inevitabili influenze estranee aH’Amministrazione. Cosi avviene che le migliori energie sono disperse nella troppo lunga e complicata scala gerarchica, e si forma invece un meccanismo difficile a muoversi ed ingombrante che paralizza spesso, anziché aiutare, le attività individuali. E nelle amministrazioni provinciali gli inconvenienti si accrescono per la lontananza dei poteri dirigenti, dai quali dipendono tutte le più piccole decisioni, i favori e le punizioni, dalla mancanza di ogni autonomia dell’ufficio, e dalla instabilità della sede, che costringe i funzionari ad un lavoro difficilissimo di equilibrio per procurarsi e mantenere una residenza conveniente, attraverso le influenze elettorali e le lotte locali. Come correttivo ai mali della nostra organizzazione burocratica e come difesa dal pericolo della corruzione politica fu invocato da tempo il decentramento, che, caldeggiato da uomini autorevoli di parte conservatrice e da illustri scrittori di scienza politica, fu preso anche come programma di battaglia dai partiti progressisti e democratici (1). Ma del proposto rimedio non si è in molti casi nelle discussioni politiche avvertita la precisa portata, e se del decentramento molto si è parlato e discusso, non sempre alla parola si è attribuito un significato determinato e rigoroso. Si è trattato talvolta del decentramento istituzionale, cioè di una soppressione di attribuzioni ora esercitate dallo Stato per lasciarle alla libera iniziativa degli individui e degli enti privati; ma oltre che questo non è più un problema di indole amministrativa, e non è più, propriamente parlando, un vero decentramento, ma un problema fondamentale sui limiti dell’azione dello Stato, tutto il movimento della nostra società è indirizzato in senso assolutamente opposto. La distinzione dei sistemi di decentramento può limitarsi a due principali : il decentramento autarchico e il decentramento burocratico o gerarchico o amministrativo in stretto senso : il passaggio cioè di attribuzioni del Governo centrale agli etiti autarchici, che pur fanno parte dello Stato nel suo complesso, sebbene spesso si contrappongano Stato ed enti locali autonomi, o più precisamente autarchici, e il 1 (1) Cf. Mino»ETTI, [partiti politici, Bologna, 1881. — Turiello, Governo e governati, Bologna, 1800. — Lacava, La finanza locale in Italia, Torino, Koux, 1896. — Bektoi.ini, Dal Comune allo Stato, Roma, 1892.