101 HI. Le tasse sulla circolazione bancaria. (1> In questo importante articolo il prof. De Johunnis tratta degli oneri fiscali che aggravano le Banche di emissione per la speciale funzione che esercitano e per la facoltà che loro concede la legge di emettere biglietti ; e si propone di ricercare se ed in quale misura il vantaggio che dagli oneri fiscali ricava il pubblico erario corrisponda agl’interessi finanziari del paese senza danneggiare i suoi interessi economici. Quattro sono, secondo il De Johannis, le forme principali di oneri fiscali gravanti gli Istituti di emissione, e cioè: a) una tassa o fissa o percentuale sulla circolazione; b) una partecipazione agli utili conseguiti dalla Banca; c) un canone annuo fisso che la Banca paga allo Stato; d) una tassa sopra certe operazioni delle Banche o sui presunti guadagni derivanti da certe operazioni. Ammesso il monopolio dello Stato nella fabbricazione e circolazione delle monete, ammessa la temporanea cessione ai terzi di questo diritto limitato alla circolazione cartacea, ne sorge — secondo l'A. — il diritto dello Stato ad un corrispettivo che può appunto rivestire le due forme o di canone annuo fisso o di partecipazione agli utili della Banca. Ora, si l’una che l’altra di queste due forme, mantenute in limitata misura, possono esser comprese fra le spese della Banca e non ripercuotersi, o solo in minima parte, sul corrispettivo a cui la Banca rende i propri servigi, cioè il saggio dello sconto e delle anticipazioni. Ma se lo Stato grava eccessivamente sia con l’una che con l’altra forma, allora la Banca deve necessariamente rivalersi sulla sua clientela aumentando il prezzo dei suoi servigi. E l’A. nota come però sia impossibile fissare la misura precisa oltre la quale si avrà la traslazione degli oneri fiscali, troppi elementi variabili concorrendo a determinarla. Passando poi all’esame critico del sistema del canone fisso e di quello della partecipazione agli utili, l’A. osserva come il canone fisso, a meno che sia così lieve da perdersi nel complesso delle spese della Banca, non corrisponde nè alla logica, nè ai principii della scienza date le grandi oscillazioni del saggio dello sconto, la differenza nella consistenza dei portafogli e la diversa durata degli affari che la Banca può concludere in un periodo a paragone di un altro. Nel complesso meccanismo del credito il movimento degli affari è determinato da minime differenze per cui il banchiere esperto preferisce fare (1) Du un nrticolo del prof. A. J. Die Johannis nella Rassegna Nazionale del 16 dicembre 1907, pag. 424 e segg.