PROGRAMMI, VOTI EI) ELETTI NEI COMIZI POLITICI DEL 1909 399 Ma il programma negativo aveva un subbietto troppo vago, troppo indeterminato per saldare a un calor vivo le energie democratiche del paese, e quello positivo era troppo pieno, perchè vi si accimassero concordi gli sforzi della borghesia radicale come del proletariato socialista. I blocchi hanno una ragion d’essere e una efficienza quando sono sostanziati su pochi obbietti chiari, urgenti, generalmente e vivamente sentiti: la libertà in Italia nel 1900, in Francia la liberazione dall’in-frammettente dominio di Roma. Tali vogliono essere per sopire temporaneamente le divergenze d’interesse, i dissidii di persone che naturalmente esistono fra tutti i partiti, vicini o lontani, nemici od affini. Invece, localmente, certe diffidenze e certe ostilità, determinate da preesistenti e spesso lontane, antiche situazioni di fatto, che vanno oltre la somiglianza formale dei programmi, non poterono essere messe in non cale, e, nonostante la migliore buona volontà delle direzioni dei tre partiti, il blocco, a primo scrutinio e anche nei ballottaggi, subì non infrequenti eccezioni. II programma dei radicali, oltre all’esigenza di una scuola unica diretta a infondere al cittadino un superiore sentimento di disciplina, e alla necessità di un più assiduo sforzo sulla coscienza meridionale per agevolare l’educazione delle masse e per scuotere il torpore delle classi dirigenti enunciava questi postulati: « A garantire ed a perfezionare l’unilà territoriale e morale della patria, il partito radicale non distrae le sue cure dalle frontiere esterne e dalle armi necessarie e disegna un programma militare che si commisuri alla nostra capacità contributiva; e cure fervide e amorose dedica alla tutela della coscienza nazionale vigilandone le frontiere contro le insidie rinascenti del clericalismo, e auspicandone robusto presidio in istituti di cultura, in previdenze legislative che rafforzino la resistenza individuale e contribuiscano cosi alla sommissione legale delle organizzazioni ecclesiastiche. « Nei limiti della patria, sicura dai nemici di fuori e di dentro, il problema delle classi assumerà larghezza di sviluppo sulla linea della piena libertà di organizzazione. E l’opera dei governanti sarà corretta dal consiglio delle associazioni professionali che conferiranno al miglioramento dei pubblici servizi con sentimento alto di dovere civile. E le eventuali ingiustizie padronali saranno vinte dalla forza delle organizzazioni operaie, che varranno a determinare disposizioni non frammentarie di legislazione sociale ». È, in fonna letteraria, la riaffermazione di partito essenzialmente anticlericale e anticonservatore deliberata nel Congresso nazionale tenutosi a Bologna nel gennaio 1907, per quanto vaga ed imprecisa.