302 I-A RIFORMA SOCIALE — ANNO XVI - VOL. XX L’accusa di poca attendibilità di cui egli gratifica la relazione inviata nel 1755 dall’intendente di Vercelli, conte Boutal di Pinasca, sulle condizioni economiche della provincia non è forse immeritata, perchè si tratta in realtà d’uno dei men felici e diligenti rapporti a cui abbia dato occasione la circolare governativa del 7 marzo 1750, ingiungente la statistica generale del regno. Non si può tuttavia negare che, pure da quell’imperfetto lavoro, emergessero con sufficiente approssimazione, se non con esattezza, i lineamenti fondamentali della vita economica della regione, quali, con evidenza tanto maggiore, ci si offrono nella ricerca del Pugliese stesso. Ma testimonianze di pregio incalcolabilmente superiore ci forniscono, per altre provincie, le relazioni di intendenti ben più adatti alla funzione a cui venivano inopinatamente chiamati, tra le quali io mi limiterò a ricordare il bel quadro delle condizioni della Lomellina fatto nel 1708 dall’intendente Fontana, venuto a prenderne possesso a nome di Vittorio Amedeo II; le relazioni del conte di Castellamonte sul Novarese e Vigevanasco e in generale tutte quelle della statistica generale del 1750; l’inchiesta sugli incolti e sui boschi del 1784, e quella, molto più interessante, ordinata nel 1792 per accertare, alla vigilia della guerra, le cause del disagio tra i contadini. Da questo ricco materiale, la cui trascu-ranza fu nel Pugliese effetto di proposito deliberato (poiché egli cita altri documenti compresi nelle serie stesse) avrebbe certo potuto ricavarsi argomento a suggestivi confronti tra lo stato specifico del Vercellese e le condizioni generali del Piemonte; come pure molto istruttiva sarebbe stata l’aggiunta alle tabelle dei prezzi (almeno pei più importanti e facilmente reperibili, quale quello del frumento) di colonne relative ad altre provincie o elencanti la media dell’intiero regno ; termine di paragone quasi indispensabile a stabilire con qualche sicurezza l’indole locale o generale delle cause di variazione. Simili confronti, ed altri opportunamente ricavati dalle statistiche doganali dell’epoca (fondate appunto sulla valutazione dei prezzi medi) e dalle tavole dei prezzi correnti alle stesse epoche in altre regioni italiane, in Francia, in Inghilterra, in Germania, avrebbero offerto al Pugliese l’occasione di porre in più preciso rapporto le sue magnifiche serie colle variazioni generali che, durante i due secoli, si verificarono per ragioni monetarie generali ; un ordine di causo alle quali il D’Avenel assegna forse troppa, ed egli troppo poca importanza. Potrebbe darsi infine che un meno intransigente disdegno contro