858 LA RIFORMA SOCIALE — ANNO XVI - VOL. XX II. — Divorzi e separazioni nei varii Stati, regioni o provincie di questi e nelle città. Gli Stati partecipano in diversa misura tanto nel divorzio che nelle separazioni, ed il confronto tra Stato e Stato non può essere che relativo per la varietà della procedura non solo, ma ancora per la varia compilazione delle statistiche, e solo col raffronto degli indici di divorzialitk dei varii Stati si può giungere a stabilire a grandi tratti quali paesi abbiano più o meno frequenti divorzi e separazioni. Da questo notiamo che da una proporzione massima in Isvizzeru (20 divorzi su 10.000 coppie), scendiamo ad una minima in Austria, nella Croazia, nella Slavonia, nella Russia, dove quasi non si contano divorzi. La Francia, la Germania, la Runienia, la Danimarca, si attengono ad una media tra 9 e 10 divorzi, il Belgio, la Serbia, VUngheria, VOlanda, danno una divor-zialità minore (5-6), e ha Svezia meno ancora (5-4), fino ad arrivare all’/«-ghilterra che conta 1 divorzio all’inpirca su 10.000 famiglie. E la stessa varietà si nota, per riguardo alle separazioni, dove da una media di 2-3 su 10.000 in Francia ed in Austria, scendiamo ad 1-2 in Italia ed in Olanda, ed anche a meno nel Belgio, Irlanda ed Inghilterra. Questa diversa e varia distribuzione di divorzi o separazioni in Europa non 3egne nessun ordine nè geografico, uè etnico. Così Yltalia è un paese nel quale le convivenze coniugali si sciolgono in minor numero, e ciò è forse dovuto all’estensione della classe agricola, alla prevalenza della religione cattolica ed alla nostra inferiorità di coltura. Queste stesse ragioni, ed altre, come l’accentramento nelle città ed il conseguente prevalere della vita industriale commerciale, spiegano come le separazioni siano più numerose nelle province settentrionali (Piemonte e Lombardia 2,3 su 10.000 coppie, Liguria 3,0) che non nelle meridionali (Marche 0,8, Umbria 0,4, Abruzzi 0,3, Basilicata 0,2, Calabria 0,5) e le isole (Sicilia 0,7, Sardegna 0,9). Notiamo una prevalenza della Liguria su tutte le altre regioni del Settentrione dell’Italia, dovuta forse alla fierezza del carattere genovese; ed invece il Veneto, eminentemente rurale, ancora si nota per una proporzione evidentemente molto minore (0,9). Il Lazio, invece, che ha un importante agglomeramento urbano, raggiunge un’alta proporzionalità pari a quella delle regioni settentrionali (2,6). Causa non ultima del minor numero di separazioni nell’Italia meridionale e nelle isole, oltre il sentimento religioso tuttora vivissimo, è certo anche il non essere ancora l’istituto giudiziario entrato nell’uso comune, ed il sentimento dell’unità e dell’onore della famiglia essendo fiero ancora di una quasi selvaggia tradizione, alla cui tutela sono solo possibili, secondo la psicologia di quegli abitanti, altri mezzi, di solito violenti, diversi dai legali. E questa differenza è evidente anche tra città e città. Torino, per esempio, ha un numero medio annuo di 60 separazioni, mentre Milano ne ha 120, / t