90 LA RIFORMA SOCIALE — ANNO XVI - VOL. XX acquistando una potenzialità, sempre crescente, cui corrispondevano un costo di impianto iniziale per unità ed una potenza di reddito senza confronto più vantaggiosi che negli impianti primitivi. u Si affaccia quindi il problema : che cosa fare con questi macchinari « primitivi? Rimuovere e mandare ai ferri vecchi questi trastulli è un u lusso che pochi impianti possono permettersi, attesoché il distacco u fra il costo originale e l’importo già ammortizzato attualmente è aulì cora cosi grande, che sarebbe difficile ottenere dai nostri Comitati a municipali di passare tale differenza a carico dei conti annuali di « esercizio. Eppure questa è la sola via aperta dove non esistono fondi u di riserva o di deprezzamento sufficenti per tali spese straordinarie. « Di più, il solo mezzo di fronteggiare la concorrenza delle Compagnie u intercomunali è di ottenere una immediata e forte riduzione del costo « di produzione. Non sarà mai abbastanza spesso ed abbastanza senti titamente ripetuto che il problema che si impone alle imprese elet-« triche municipali è un problema d’ordine finanziario. È giunto il moti mento che pochi forti impianti generatori sono il fattore .decisivo per « il successo, ed essi non si possono avere se non a patto di disporre « di capitali sufficenti e di affrontare coraggiosamente l'avvenire ». § 3. — La mancanza di competenza tecnica e di iniziativa nelle Amministrazioni municipali del Regno Unito — Il rischio industriale. Per connessione di date e di nomi reputiamo opportuno far seguire qui, desumendole dalla narrazione fatta dal Meyer colla scorta degli atti ufficiali, alcune confessioni che avrebbero trovato sede appropriata nella parte di questo scritto che illustrerà l’influenza delle municipalizzazioni sul progresso industriale. Davanti la Commissione dei Lordi, che nel 1886 esaminò gli emendamenti proposti a\\'Electric Light Act, 1882, Mr. E. 0. Smith, dal 1881 segretario capo di Birmingham, fu interrogato quale rappresentante di detto Municipio e della Federazione dei Municipi. Egli dichiarò di essere contrario al disegno di legge di Lord Raylegh, ma di accettare » per spirito di conciliazione » la durata trentennale delle concessioni. Alla domanda di Lord Bramwell, cosi concepita: « Intendereste voi che le Compagnie di illuminazione elettrica abbiano da avventurare i loro capitali in condizioni tali che in caso di insuccesso questo sia a loro carico, ma in caso di buon esito questo debba essere a profitto dei Municipi? », il teste replicò che ciò non rispondeva alle sue vedute perchè « supponendo che le Compagnie non inizino le lóro im- i