FATTI ED ARGOMENTI INTORNO ALLA MUNICIPALIZZAZIONE 105 * * * La coucessione 13 agosto 1853 alla Società (lell’aequa potabile di Torino non aveva conferito a questa alcun monopolio e provvidamente stipulava: « Dopo 38 anni dal giorno in cui la condotta sarà attivata « al pubblico servizio (il che accadde nel 1859) è fatta facoltà al u Municipio di acquistarla mediante il contemporaneo pagamento delti l’integrale suo valore. Questo valore sarà stabilito sulla media dei « dividendi dell’ultimo quinquennio e sulla base inalterabile del 5 "/„ ». La società aveva dovuto attraversare un periodo assai laborioso, a seguo che durante gli anni 1859-18G4 non distribuì alcun dividendo, ed allorquando, nel 1860, ebbe necessità di contrarre un prestito per completare i suoi impianti e sistemare le passività più urgenti, dovette richiedere ed ottenne la garanzia del Municipio. Questo stipulò nuovi idonei corrispettivi, e segnatamente il diritto di controllare l’azienda a mezzo di un suo speciale commissario. Le condizioni del credito pubblico erano allora tali che, malgrado la fideiussione solidale del Comune, la Società non ricavò se non L. 900.000 dal prestito di nominali L. 1.200.000 (1). Successivamente, come spesso accade, la Società,.divenuta discretamente prospera, ebbe uu periodo di sonnolenza, durante il quale lo stato della condotta e la qualità dell’acqua provocarono vive e legittime recriminazioni del pubblico e delle autorità. Senonchè la Società si riscosse, e diminuendo i dividendi, raddoppiando il capitale investito, costruì nuovi impianti ragguardevoli e rimediò ai lamentati inconvenienti, pur astenendosi per ovvie considerazioni di tornaconto dall’estendere le condutture nelle parti periferiche e sempre più popolose della città. Non è a disconoscere che l’indirizzo amministrativo della Società fu serio e prudente. La media del dividendo sul capitale investito, dal IO °/o Qual era nel periodo 1890-1893, scese nel 1894-1895 a 8,44 % e poi al 6,33 %• Un esame intelligente dei bilanci convince che, malgrado le influenze oscurantista del nostro regime della ricchezza mobile sui bilanci delle Società anonime, la Società continuò ad effettuare prudenziali ammortamenti dei suoi impianti. Si presentava quindi ovvio ad ogni sereno e spregiudicato osservatore il quesito se, anziché addivenire all’impianto di un proprio grandioso (1) Relazione del Commissario municipale, 20 febbraio 1891.