10(5 1.A RIFORMA SOCIALE — ANNO XVI - VOL. XX acquedotto con un dispendio dai IO ai 15 milioni di lire, non convenisse al Municipio di trattare il riscatto, pur migliorando ed ampliando le opere di derivazione e la canalizzazione. Le basi del riscatto erano fissate dalla convenzione 1853, ed il tasso del 5 %, che avrebbe dovuto applicarsi alla valutazione dei redditi della Società, poteva giustamente apparire seducente; ma questo problema non venne mai preso in esame dal Municipio, e così Torino avrà due distinte condutture di acqua potabile. A parte qualunque apprezzamento sui meriti rispettivi e sull’avve-nire delle due aziende in competizione, è fuori di dubbio che, oltre gli inconvenienti di una duplice canalizzazione nel suolo pubblico, l’investimento di un doppio capitale, sia pubblico, sia privato, per quella rete di distribuzione che ben avrebbe potuto in gran parte essere unica, costituisce una perdita netta per l’economia nazionale (1). Nè si tratta di poca cosa, perchè alla fine del 1906 le condutture della Società ascendevano a metri 249.000. Intanto accade che l’acquedotto municipale, per ovvia necessità di concorrenza, anziché provvedere in primo luogo a tutta la periferia priva dell’acqua della Società, moltiplica le proprie condutture nell’interno, dove può ripromettersi uno spaccio più copioso. Accade pure che Municipio e pubblico si lagnino che la Società non consenta riduzioni sulla tariffa contrattuale. Ma è ovvio che se anche la Società vorrà o potrà praticare riduzioni, aspetterà per ciò, precisamente come fece la Società Elettrica Alta Italia, il periodo di lotta e concorrenza effettiva con l’acquedotto municipale. Quem commoda et incommoda sequ xntur è giusto precetto, giuridico e pratico. L’attendersi agevolezze spontanee da coloro a cui si muove guerra, denota un singolare grado o di candore o d’incoerenza nei patrocinatori dell’acquedotto municipale (2). (1) Ricordiamo qui l'eccellente articolo I doppioni nell'economia nazionale, cbc Luigi Luzzatti pubblicava nel Corriere della Sera, 9 novembre 1908. (2) L'acquedotto municipale ha fissato in L. 0,15 il prezzo del m1 2 3 agli abbo- nati ordinari con contatore. La Società ha ora (dicembre 1908) ridotto allo stesso saggio il precedente suo prezzo di L. 0,20 agli utenti che si vincolino per un sessennio. L’acquedotto municipale ha cosi procurato al pubblico un notevole vantaggio indiretto. Non è però temerario il ritenere che uguale o maggiore vantaggio si sarebbe dal Comune potuto ottenere per via del riscatto o di accordi ragionevoli, con un sacrificio o dispendio assai inferiore al costo dell’impianto municipale, il quale poi avrà per non pochi anni un esercizio sensibilmente passivo. , /