108 I,A KIPOKHA SOClALIs — ANNO XVI - VOL. XX sione ventennale. Ma per giudicare attendibilmente il merito della convenzione 1900 si tenga presente: a) che gl’incassi medii per vettura-kilometro della Società Alta Italia furono nel 1900 L. 0,174 n moi n 0,179 » 1902 « 0,210 n 1903 » 0,203 » 1904 . . » 0,235 » 1905 x 0,246 n 1906 » 0,284 b) che la spesa viva d’esercizio (energia, personale, manutenzione del materiale fisso e mobile) si aggira su cent. 20 per vettura-kilometro, senza comprendervi interesse o ammortamento del capitale investito. Risulta quindi che su esercizi i quali non coprivano neppure le sjìcsc vive, il Municipio prelevava, aggravando le perdite dell'esercente, due centesimi di corrispettivo fisso per vettura-kilometro e un centesimo ancora, chè a tanto ammontava il canone fisso per kilometro di binario. Qualsiasi uomo d’affari od economista non può non condannare un tale contratto, cosi apparentemente e momentaneamente vantaggioso per l'Ente pubblico concedente. Nò le conseguenze tardarono a manifestarsi. Nel 1906 il Municipio riconobbe la necessitò di nuove linee verso la periferia. Non voleva concederle alle due vecchie Società colle quali era in lite; non poteva pensare a stabilire una rete propria che in presenza di tre altre reti esistenti ed estese per tutto il Comune sarebbe stata un assurdo tecnico e finanziario; si rivolse alla Società Alta Italia. Ma questa, cui pur non mancavano tutti gli appoggi finanziari occorrenti, si rifiutò ad ampliare, anche su nuove basi, i suoi rapporti contrattuali col Municipio, che in aggiunta ad un contratto irrazionalmente oneroso le aveva inflitto vessazioni d’ogni natura. Essa preferì cedere le proprie linee al Comune con un sacrificio di quasi due terzi del costo originario. Cosi il Municipio, per trovar modo di avere i prolungamenti tranviari indispensabili allo sviluppo cittadino, fu condotto nel 1907 ad addossarsi un’azienda di tranvie municipali. Queste, sebbene acquistate a prezzo vantaggioso, gli renderanno sensibilmente meno che il precedente contratto colla Società Alta Italia, contratto che per lo stesso suo carattere eccessivo, non curante degli estremi di fatto, doveva necessariamente e giustamente venir meno, appena al contraente sacrificato si fosse aperta una porta di scampo.