DUE SECOLI DI VITA AGRICOLA IN UNA PROVINCIA PIEMONTESE 303
le statistiche ufficiali avrebbe resi possibili almeno alcuni cenni approssimativi e sommari rispetto agli oneri tributari ed alla loro pressione ; elemento capitale, la cui trascuranza vieta, come già notammo, una valutazione adeguata dell’equità distributiva fra le classi e della misura reale della rendita agraria.
   Tali riserve, la portata delle quali non sminuisce menomamente il grande pregio del ricchissimo materiale che il Pugliese offre, raccolto e coordinato, ai successivi studiosi, servono inoltre, lo ripetiamo, a porre in luce con evidenza sempre maggiore la sua veramente invidiabile coscienza scientifica. Non pago mai dell’approssimazione, anche se molto plausibile; rifuggente dalla generalizzazione, anche se suggerita da molteplici analogie, egli sottopone l’intiera sua indagine ad un processo critico ed auto-critico così inesorabile da farlo dubitoso d’ogni conclusione che matematicamente non emerga da un complesso di dati autentici e diretti, da lui personalmente scoperti, vagliati e controllati.
   In tanto moderno fiorire di opere scientifiche, in cui la genialità tien luogo di esattezza o la preoccupazione di qualche imminente concorso accademico sostituisce l’incontentabilità diffidente e tormentosa del sereno indagatore della realtà, ci sembra non debban lesinarsi le lodi ad un metodo che, pure dando luogo necessariamente a qualche inevitabile lacuna, appresta però alla elaborazione scientifica futura un materiale di sicuro riferimento e di assoluta fiducia, fornendoci raccolti in armonico quadro i frutti di un ventenne, perseverante lavoro, modestamente quanto pertinacemente compiuto nell’unico fine d’uno spassionato accertamento del vero.
     Marzo 1909.
                                                                               Giuseppe Prato.