115 — 1012 1013 1012 1013 gennaio . . 34.79 41.68 luglio. . . . . 39.40 43.98 febbraio . . . . 35.15 41.80 agosto . . . . 39.24 44.89 marEO.... . 35.48 41.79 settembre .... 38.90 41.57 aprilo. . 37.20 42.71 ottobre . .... 38.41 36.67 maggio . . . . 38.72 43.51 novembre . . . . 38.94 36.62 giugno . . 39.07 43.10 dicembre. • . . . 40.82 36.59 Per il vino il mercato nazionale è stato complessivamente più fiacco che nell’almo precedente. La vendemmia 1912 era stata in complesso normale e più abbondante dell’anteriore : tuttavia, come era notato nel precedente Annuario, dominarono negli ultimi mesi di quell’anno prezzi discretamente elevati ; la raccolta delle uve si era iniziata sotto la errata impressione che non esistessero rimanenze di vino e che in varie plaghe la produzione fosse limitata : così molti produttori fecero incetta di uva accentuandone il prezzo e si fece largo ricorso allo zucchero, all’acido tartarico, all’acqua. Pertanto al principio del 1913 si delineava l’esistenza di cospicue quantità di vini, facilmente deteriorabili, ingombranti il mercato : il consumo risentiva tuttavia la tendenza alla riduzione e anche l’esportazione era limitata. Così fin dai primi mesi del 1913 si manifestò una certa tendenza al ribasso per i vini di tipo inferiore, mentre continuò il sostegno per le partite di vero merito per gradazione alcoolica e colore. L’andamento del mercato si svolse calmo, influenzato anche dalle difficoltà finanziarie: lungo la primavera le quotazioni furono alquanto oscillanti, secondo le previsioni sul prossimo raccolto. Palesandosi questo promettente, i primi contratti sulla futura produzione si fecero fin dal maggio-giugno a prezzi deboli : l’asta per la fornitura del vino alle Libia, tenutasi al principio di giugno, provocò offerte a prezzi assai bassi ; nei mesi estivi si accentuarono le offerte e la discesa delle quotazioni : insistenti offerte, specialmente nello Puglie, rivelarono quanto copiose fossero le provviste. Qualche fase di incertezza si ebbe nell’agosto su contradditorie voci relative alla prossima raccolta. Svoltasi la forte vendemmia, dopo qualche incertezza, si palesò un indebolimento nei prezzi con riserva da parte dei compratori : i mercati delle uve si chiusero generalmente con prezzi inferiori a quelli degli anni scorsi. Xegli ultimi mesi prevalse la calma con qualche sostegno pei tipi migliori e andamento debole per gli altri. I prezzi di fin d’anno risultano inferiori a quelli del 1912, come appare dalle quotazioni seguenti, ricavate fra le moltissime che figurano nel bollettino commerciale del Giornale vinicolo italiano :