— 59 — prave e incerta situazione i vari istituti hanno procurato di miglioraro la loro situazione nei riguardi della liquidità. : di questa tendenza è indice il costante incremento delle disponibilità di cassa e la fortissima discesa nei conti correnti allo scoperto. Il portafoglio cambiali ba presentato dapprima un forte decremento colle grosse cessioni agli istituti di emissione e con la contrazione nelle operazioni di sconto, contrazione resa meno appariscente dalla proroga nell’estinzione degli effetti : poi ha presentato un sensibile aumento con la ripresa degli sconti ; la discesa nell’ultimo mese (notevole per il Credito italiano e il Banco di Roma) è presumibilmente dovuta in grossa parte a svalutazioni. Con la chiusura delle borse, i riporti e il portafoglio titoli presentano variazioni minime : la discesa per i titoli di credito fra il novembre e il dicembre (forte per il Banco di Roma) è dovuta forse alla svalutazione per la presentazione del bilancio agli azionisti. Il duplice connesso fenomeno della concentrazione e della espansione bancaria è continuato anche nel 1914, ma, più che altro, per impegni precedenti. Cosi la Banca commerciale ha aperto stabilimenti ad Acireale, Caltanisetta, Canelli, Ivrea, Lecce, Pescara, Novara, Piacenza, e croato qualche altra agenzia di città; il Credito italiano ha istituito filiali ad Arezzo, Asti, Casale Monferrato, Catania, Chieti, Lecce, Oristano. Assai più vasta è l’azione svolta dal Credito provinciale : ha assorbito la Banca mutua popolare di Pistoia, la Banca commerciale marittima di Viareggio, la Banca di Pietrasanta, la Banca di depositi e prestiti in Santa Sofìa, la Banca adriese agricola commerciale, il Banco Giovanni Donn & C. di Torino, il Piccolo credito di Rho, e, oltre al continuare come proprie filiali l’esercizio di queste varie banche in tutte queste località, ha creato una succursale ad Aquila : il numero degli stabilimenti di questo arditissimo istituto è cosi aulito a ben 56. L’attività di queste banche in quest’anno di ristagno e di crisi economica è stata presso che limitata al lavoro ordinario : ben poche sono state le operazioni finanziarie all’ infuori delle emissioui fatte per conto dello Stato. Ed anche il lavoro ordinario è stato limitato e nou troppo proficuo, colla riduzione dei depositi e degli sconti, con gli affrettati risconti, con la gran diminuzione nelle operazioni con l’estero, con la generale sostituzione dei pagamenti per contanti ai normali rapporti creditizi (sostituzione che si traduce nei bilanci delle banche, fra l’altro, in un forte decremento delle accettazioni per conto di terzi e delle operazioni coi corrispondenti), col ridotto volume delle operazioni su titoli di credito. Alla minore ampiezza del lavoro bancario fanno riscontro grosse falcidie nel valore dei titoli di credito che tanto abbondano nei portafogli di questi istituti quale pesante