utile rispondere almeno parzialmente, assecondando il modo in cui gli argomenti vengono posti).
     Mi sentivo molto preoccupata per Jenny, per questo sconvolgimento che si aggiungeva all’episodio del furto. (Ma non è facile affrontare la sensazione che Jenny probabilmente provava, cioè di avere fatto in qualche modo del male alla signora Lane, o di aver preso troppo da lei nella disperazione di procurarsi abbastanza per se, o che forse la signora Lane l’aveva abbandonata per punirla). Sia lei che io ci dicevamo sicure che la signora Lane si sarebbe sentita sollevata al pensiero che Jenny era presente e che poteva aiutare. (L’assistente sociale sa che Jenny ha bisogno di rendersi utile e forse è bene incoraggiarla in questo senso, a meno che ciò non aggiunga ulteriore tensione, o implichi che essa è apprezzata solo per l’aiuto che può dare). Eravamo tutti d’accordo che il ricovero in ospedale della signora Lane ci rattristava molto. Ho suggerito vari modi con i quali i bambini si sarebbero potuti mettere in contatto con lei, con messaggi e con lettere (una corda di salvataggio gettata per evitare che si sentissero del tutto isolati), e Jenny ha osservato che la signora Lane si era rimessa presto l’ultima volta che aveva avuto la bronchite. (Stava forse cercando di negare la sua paura di poter perdere una terza madre affidataria a causa di un malattia?) Per la maggior parte del tempo ci siamo dovuti concentrare sulle infinite domande fatte da Peter, con voce sottile ed acuta. Zittire Peter, il quale vi è abituato e sa di essere il preferito della signora Lane, rappresentava una valvola di sicurezza per l’ansia di Jenny e di Rose, benché fossero entrambe desiderose di sentire le risposte alle domande di Peter. (Le due bambine usano Peter come portavoce e capro espiatorio; forse Peter pone le domande che loro stesse vorrebbero porre, ma che pensano inadatte alla loro età. Se Peter pone un’infinità di domande, può essere troppo eccitato per sentire le risposte, ed è semplicemente spinto a continuare dall’unica domanda che invece non osa fare).
     Rose dapprima era calma, ma poi si è andata eccitando quando altre automobili ci seguivano, e gridava che erano dei « copioni », oppure degli imbroglioni quando ci sorpassavano. Mi spiegava che aveva paura che le automobili che erano dietro potessero urtarci. (Questa paura della strada è tipica dei bambini deprivati', paura forse dell’ostilità degli altri e della loro stessa aggressività interiorizzata. Di piu, le automobili simboleggiano il potere, l'autonomia e la velocità e accentuano quindi il sentimento di impotenza dei bambini nell’affrontare circostanze sulle quali non hanno alcun controllo. Gli assistenti sociali non concordano nel considerare o meno l’automobile come ambiente adatto al lavoro sociale individuale; alcuni infatti, pensano di doversi semplicemente concentrare sulla guida; altri ritengono che una gita in macchina sia un momento adatto alla comunicazione perché spesso le persone parlano più liberamente quando siedono l’una a fianco dell’altra, invece che di fronte; può anche essere più facile parlare sia del luogo di arrivo che del luogo di partenza mentre si sta viaggiando dall’uno all’altro, e infine il cliente può facilmente cambiare argomento se vuole, facendo notare qualche interessante oggetto di passaggio). In seguito Rose si era messa a cullare il grande orso di pelo di Peter, sostenendo una conversazione a tre, lei, io e
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