(la quello della totale collettivizzazione del suolo, al favoreggiamento del suo ripartito trapasso a mani dei coltivatori (1). Nell'ormai non breve lasso di tempo, però, da quando il vago concetto venne lanciato come una delle piattaforme dello spettacoloso programma post-bellico, la primitiva indeterminatezza si è venuta polarizzando intorno ad un certo numero di proposte concrete, di cui taluna espressa auche in disegni di leggi, ed in schemi di annunciati decreti. Una vasta letteratura poi, di forma e d'indole varie, ne è, per naturale riflesso, scaturita. Come portata e come sintomo, se non come valore intrinseco, gli uni e l'altra suggeriscono qualche commento meu frettoloso di quelli, troppo esclusivamente politici, a cui diedero luogo fin qui. * * * Documeuto che potrebbesi chiamar centrale della controversia divampata intorno al tema è lo schema di legge formulato da una commissione ministeriale presieduta dal senatore Mortara (2), a pacifica disciplina, fu detto, dell'annosa e litigiosa questione degli usi civici e dei domiut collettivi, in realtà per trarne occasione ad un'assai più radicale riforma agraria, di scopi e d'indole conformi alle manifestazioni partigiane che da qualche anno mantengono intorno a quello specifico problema un'artificiale agitazione (3). Del che basta a persuadere il riassunto sommario delle linee fondamentali del progetto, da una provvida indiscrezione giornalistica (4) divulgato qualche settimana prima che forse non desiderassero i suoi eminenti autori. Constatata invero la convenienza di sostituire il principio della obbligatorietà a quello della libertà nell'affrancazione dei tradizionali diritti di condominio, e scelto per effettuarlo il sistema della divisione fra il (ìominus e la popolazione agricola titolare dell'uso (secondo una (1) Cfr. Il motivo eterno della « (erra » in « Giornale degli economisti e rivista di statistica n, agosto, 1918; e La terra ai conladini, in « Mumanitas », 1918, nn. 1-4. (2) Cfr. Atti della Commissione per la riforma della legge augii uti civici e tuli'aretinamente dei domini collettivi. Relazione del pret. sen. L. Mortara, Iioma, 1918. (3) Sintomi della tendenza a sfruttare la questione degli usi civici per scopi di portata ben diversa già rilevavo a proposito dello significanti riunioni che ebbero luogo nell'autunno 1916. Cfr. I redentori delle terre incolte, in « Riforma sociale », 1917, nn. 1-2. (4) Cfr. Idea nazionale, 24 marzo 1918.