Il quarto anno della vasta pugna ha segnato per l’economia nazionale un allontanamento dal tipo normale assai più marcato che negli anni precedenti. L’economia di guerra è entrata in una nuova fase: non sono venute meno o attenuate le forze tendenti ad animare il giro degli affari, a dare a taluni aspetti della vita del paese i caratteri, concreti o fittizi, della prosperità ; ma a contrastarne l’efficacia si sono venuti presentando, sempre più sensibili ed aspri, degli attriti, degli ostacoli frapposti dalle nuove condizioni in cui si è venuto svolgendo il grande conflitto. Alludiamo ai crescenti formidabili impedimenti nel traffico marittimo, alla dura mancanza ’ di molte materie prime e materiali e ad altre minori, ma pur gravi, deficienze e difficoltà, che sempre più minacciose si sono venute ergendo mano mano che si prolungava lo stato di guerra. Il tempo che abbiamo considerato in questo volume, è adunque segnalato dai grandi attriti difficultanti le azioni economiche : tali attriti hanno imposto come una selezione di opere, per cui gli sforzi si sono concentrati e potenziati per svolgere imprescindibilmente in primo luogo quelle opere ritenute più indispensabili alla salute della patria, rinunziando via via alle altre. La dichiarazione fatta dalla Germania, sul finire dei gennaio 1917, delle zone di blocco subacqueo ha segnato, in qualche modo, l’avvento della più aspra fase dell’economia di guerra, cosi come ha impresso un nuovo indirizzo e una nuova estensione al conflitto. Durante una lunga serie di mesi la violenta opera dei sottomarini -ha inabissato nelle onde un numero assai grande di vascelli, facendo molte vittime e distruggendo merci per un valsente di decine di miliardi. Le comunicazioni marittime risultarono così, per gran tempo, assai ridotte e si ebbero, per i paesi dell’Intesa, istanti di massima angoscia, di massimo pericolo per la resistenza militare, morale, economica, col periglioso difettare delle materie necessarie all’approvvigionamento degli eserciti, all’opera industriale, all’alimento delle popolazioni. remme L. tlt.'RUOI MiiLIQfEOA • ••