— XI (li passato, risorgono le stirpi e si ricompongono in libertà le patrie. E per la ricomposizione e la convivenza delle vecchie e delle nuove patrie sono state pronunciate parole, clic sono fra le alte levate su dall’umanità lungo i secoli dopo le Profezie, dopo gli Evangeli, dopo la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, e che sembrano delincare il nuovo diritto delle nazioni. I rapporti internazionali, di ogni ordine e contenuto, occuperanno una zona assai più vasta di prima nel pensiero e nelle opere umane. L’aspra convivenza di milioni d’uomini nelle trincee, sui monti, nell’aria, sulle acque e negli abissi marini, attraverso le plaghe più varie del globo, ha creato nuovi e intimi rapporti fra i popoli : nozione reciproca e colleganza che sarà certo assai feconda nelle opere di pace, così come — per ricordare un conflitto antico tanto simile all’attuale — così come avvenne con la seconda guerra punica,, la quale, nel lunghissimo aspro sforzo, strinse tutte le stirpi italiche e ne accelerò la fusione nella gran fraternità romana. Contrariamente ad affermazioni rampollanti da tristi sensi e da avidi interessi particolari, una proiezione delle attuali inimicizie nel tempo di pace sotto la forma di speciale guerra economica e di boicottaggio, sarebbe esiziale anche a noi. Non solo nei riguardi ideali, ma per il materiale interesse, giova alle nazioni tutte e particolarmente all’Italia che l’Europa centrale rifiorisca e possa ridivenire ampio mercato per i prodotti nostri e fornitrice di merci che noi potremmo solo più costosamente produrre o più costosamente altrove ottenere. L’indirizzo politico e sociale dei nuovi Stati centrali molto dipende dall’atteggiamento che sapranno e vorranno adorare i paesi vincitori. Scrivevamo iniziando il precedente annuario: «giova sperare che, secondo la consolante lezione della storia, l’odio non sia pertinace e duraturo, così che riprendano in nuove forme e con più puro contenuto taluni fra gli spezzati rapporti; e giova sperare anche che risorga e si rafforzi vitale e benefica la universa repubblica del pensiero ^. Dopo che queste parole furono scritte è venuta la giornata di Caporetto: un brano della nostra terra è stato invaso e di fratelli e di sorelle nostre è stato fatto scempio, e in ciascuna delle individuali vite nostre sono trascorse le ore della estrema angoscia e si giunse alla estrema amaritudine. Tuttavia, dopo le mirabili vicende compensataci che ora si sono svolte, vogliamo ripetere la serena invocazione alla fine dell’odio, la speranza di ripresa del l’umana colleganza; e ciò anche per l’interesse dei popoli amici, niuno dei quali trarrebbe vero e durabile beneficio dalla definitiva rovina degli avversari.