Le attività scautistiche in un centro sociale
   « Per poter comprendere a fondo il significato della opera intrapresa dalla Associazione Boy Scouts d’Italia presso il Centro Sociale ” INA-CASA ” di via Alessandro Cruto n. 18 a Torino, è necessario conoscere, sia pur per sommi capi, la ragione di vita dell’Associazione — cosa facilmente intuibile questa — e la causa essenziale che ne ha determinato la nascita a Torino.
   Ricordiamo che l’ABSI ha inteso statutariamente ricollegarsi con la prima Associazione scautistica italiana e se n’è proclamata la continuatrice. In tal senso si può dire che l’ABSI è rinata nel 1952 poiché ha tratto le proprie origini storiche dalla Associazione Ragazzi Pionieri Italiani — da non confondersi con la nota associazione giovanile politica —, meglio conosciuta con la sigla ARPI. Questa fu fondata a Milano sin dal 1911 e fu la prima Associazione italiana con intendimenti scautistici ad operare in Italia, grazie all’immediato successo del sistema educativo ideato dall’inglese Sir Robert Baden Powell. L’ARPI richiamò su di sé l’attenzione di larghi strati dell’opinione pubblica italiana, tanto che in breve tempo ebbe la possibilità di annoverare numerose sezioni ovunque.
   Qualche anno dopo nacquero due altre Associazioni scouts: il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani — GEI — nel 1914 e l’Associazione Scautistica Cattolica Italiana — ASCI —• nel 1916. ¡Le tre Associazioni si distinsero fra di loro, pur restando comune il metodo, come segue:
     TARPI era un’associazione pluriconfessionale, aperta ai ragazzi di qualsiasi condizione sociale, a
spiccato carattere popolare, federativo e apolitico ;
     il GEI, riconosciuto nel 1916 Ente Morale, fu posto sotto il Patronato dei Ministeri militari e proprio in ultimo del Ministero della Pubblica Istruzione e conservò un fondamento militaristico, con l’adesione prevalente di ragazzi delle famiglie più abbienti;
     PASCI era ed è associazione confessionale cattolica, alle dirette dipendenze della gerarchia ecclesiastica, essendo collegata alla Azione Cattolica Italiana.
   Nel 1928, in base alle disposizioni del governo fascista, tutte le organizzazioni scautistiche furono sciolte — prima il GEI, poi PASCI — oppure poste nella pratica impossibilità di vita libera.
   Al termine del secondo conflitto mondiale ripresero vita PASCI e il GEI, mentre invece TARPI invitò gli antichi soci a preferire l’adesione all’ASCI, di cui divenne dirigente lo stesso fondatore dell’ARPI professor Perucci, che entrò a far parte del Consiglio Centrale dell’ASCI.
   Purtroppo le due Associazioni, ASCI e GEI, non assolsero appieno il compito che le possibilità del momento avevano loro offerto per l’educazione di una gioventù provata da una guerra vissuta più in casa che sul fronte. Il contributo che PASCI e il GEI avrebbero dovuto dare al problema della educazione giovanile era principalmente quello di affratellare i giovani ponendo questa azione in rapporto alle situazioni contingenti. Cioè creare quella che noi dell’ABSI amiamo definire ” scuola di tolleranza politi-co-religiosa ”, nel praticare lo scautismo, originario di
Baden Powell, viverne la esperienza lungi dalle pedisseque imitazioni delle attività scautistiche svolte all’estero — come invece si è fatto —, non tenendo nel dovuto conto il fatto importantissimo che all’estero il metodo scautistico si è inin-terottamente applicato per quasi cinquanta anni, tanto da meritarsi in più paesi l’ambito titolo di ” ente di pubblica utilità ” con il riconoscimento incondizionato dell’opinione pubblica prima e dell’autorità poi.
   In questo clima è nato il proposito di alcuni dirigenti scout torinesi di ridar vita all’ARPI con il consenso e l’adesione del professor Perucci. Poiché la terminologia : ” Associazione Ragazzi Pionieri Italiani ” avrebbe potuto creare false interpretazioni, fu scelta la più consona dicitura di ABSI — Associazione Boy Scouts d’Italia —, con sede centrale a Torino, in via Caselle, 4. In questa azione di rinascita vi fu l’assenso e l’aiuto di esponenti delle industrie piemontesi ed il riconoscimento di molte pubbliche autorità.
   La funzione che l’ABSI si è proposta può essere riassunta in questi punti programmatici :
   —     L’unità scout deve essere considerata come scuola pratica di tolleranza politica e religiosa, nonché di efficace affratellamento fra le diverse classi sociali.
   —     Lo scautismo della ABSI deve accentuare i suoi sforzi per dedicare le migliori cure educative ed assistenziali ai ’’figli più bisognosi del popolo ”, eliminando tutto ciò che possa ostacolare la loro attiva partecipazione nelle sue file, come oneri di uniforme, quote e spese; deve inoltre puntare alla penetrazione dello scautismo genuino nelle fabbriche, negli istituti
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