— 27 — jiresso elio pari a quella anteriore alla guerra (paia 1 215 946; 1 178 835; 2 924 053; 4 663 596): nel 1919, alla provenienza inglese si è sostituita la provenienza auiericnna e svizzera: queste importazioni avvengono a prezzi estremamente elevati. L’esportazione dei guanti di pelle è molto diminuita, ma conserva una entità ancora assni superiore a quella dell’ultimo tempo di pace (centinaia di paia 46 501 ; 62 019; 38 019; 42 ISO): mercato principale è sempre l’inglese. Le importazioni dall’estero per la categoria dei minerali, metalli e loro lavori, colla cessazione dei bisogni di guerra, hanno subito una riduzione elio è ancora molto modesta (milioni 2624.0; 2795.1; 3467.4): nella vulutazione provvisoria, questa importazione rappresenta ¡1 10 ®/o del movimento totale delle merci (17 °/0 nel 1918 e 25°/0 nel 1917): nel 1913 la percentuale era pure del 16 */0. All’uscita il movimento si è ulteriormente ridotto (milioni 149.9; 130.3; 195.7). Rispetto ai minerali metallici è diminuita alquanto l’esportazione delle piriti di ferro (T. 76 963; 194 328; 170 302; 145 787) rimanendo tuttavia assai superiore al quantitativo anteriore alla guerra, malgrado l’esteso consumo nazionale per la produzione dell’acido solforico: gli invii hanno avuto luogo in Francia (ove è assai attiva la domanda di questa nostra merce) e in Svizzera. Presso che stazionaria è l’esportazione dei minerali di piombo, la quale supera alquanto gli arrivi, di provenienza tunisina. Continua presso che stazionaria l'esportazione dei minerali di zinco (T. 57 877; 50 551; 50 355) ad un livello di poco superante */, dell’anteriore alla guerra essendosi avviato il trattamento del minerale all’interno: si sono ripresi gli invii nel Belgio, sospesi durante la guerra, e così sono scemati quelli in Francia. Y’hu tenne ripresa negli arrivi di minerali di manganese (8494; 5452; 21 538) di provenienza specialmente indiana dopo la depressione prodotta dalla deficienza di tonnellaggio: il crescente fabbisogno per l’industria siderurgica ha determinato però un’estensione imponente della produzione interna e ripresa di approvvigionamenti in vari paesi dell’Europa orientale. Passando ai materiali siderurgici greggi o semi-lavorati, si constata una ancora tenue ripresa negli arrivi di rottami di ferro, ghisa e acciaio (Q. 962 466; 176 675; 2 272 337) i quali però sono giunti in ragione di poco più di l/\ della entità propria degli anni anteriori alla guerra : la scarsa disponibilità di questo materiale riesce assai grave allo svolgimento della nostra siderurgia: una metà della provvista è stata fatta in Francia, presumibilmente sul cospicuo materiale residuato dalla guerra: gli Stati Uniti, che in qualche anno di guerra fornirono fin due milioni di quintali, ne hanno doti solo 86 991 : qualche contingente è stato attinto alla Germania e all’Austria, paesi che erano nostri grandi fornitori di ferro vecchio prima della guerra. Per la ghisa da agnazione e da fusione si è accresciuta l’importa-