dallo Stato : determinante della reciproca /are sarebbe invece la ¡/rande penuria di capitali la quale limiterebbe l’attività produttiva, gli investimenti, la domanda di braccia, e cosi provocherebbe contrasioni nelle mercedi, più scarso consumo, minore domanda di prodotti». La presunta crisi di risoluzione, di reazione all’eccesso d’infiazion* monetarla e creditizia, all’eccesso di impianti, all’eccesso di effervescenza negli affari, si è venuta delineando ben decisa sul mercato mondiale lungo la seconda metà dell’anno 1920 e annuncia per il tempo prossimo vicende dolorose e gravi difficoltà economiche. La condotta dei governi, degli istituti di credito, degli industriali, delle varie classi sociali dopo che fu indetta la « cessazione del fuoco » è stata, in genere, tale da accrescere piuttosto che attenuare la prospettiva e la gravità della situazione oritica: gli sperperi pubblici e privati, la diffusa illusione di arricchimento, l’esagerazione speculativa, hanno reso più aspre le difficoltà e la lunghezza della risoluzione. La crisi si è iniziata nella primavera scorsa nel Oiappont e si i propagata via via in tutto il mondo, pur senza gravi fenomeni di panioo finanziario : dopo gli insostenibili eccessi inflazionistici e speculativi, la reazione è incominciata rispetto al mercato di alcune materie prime c ha provocato via via lo svolgimento della curva dei prezzi delle merci verso il ribasso, la contrazione del credito, il rialzo nel saggio di sconto e di Interesse, il violento ribasso nelle quotazioni di borsa, la sfiducia nel mondo degli affari, la contrazione nell’attività industriale, la vendita di merci al di sotto del costo, la disoccupazione. Il tempo prossimo si annuncia assai difficile, con lineamenti di piena antitesi a quelli che hanno segnalata la recente vita economica: non più la dilatazione, ma il marasma nei traffici; non più i facili guadagni ma le perdite; non più la moltiplicazione degli impianti, ma i fallimenti ; non più l’ascesa, ma la discesa nei prezzi delle merci, dei titoli, nelle mercedi; tion più il graduale aumento, ma qualche falcidia nel gettito delle entrate dello Stato connesse col giro affari. La crisi della risoluzione, del consolidamento, sarà molto aspra nel nostro paese, accentuata dalla poca stabilità del meccanismo economico, dal gravissimo problema della pubblica finanza, dalla irregolarissima condizione monetaria e creditizia, dagli eccessi speculativi che hanno creato tante esagerate posizioni industriali, dall’alto costo di produzione che prevale in molte attività manifatturiere. Le difficoltà della crisi risulteranno accresciute e prolungate se si corranno evitare gli immancabili effetti, mediante colpevoli larghezze di credito ; se si vorrà impedire il laborioso risanamento col prolungare una fittizia vita a imprese industriali ed anche bancarie bacato; c se la condotta finanziaria dello Stato proseguirà il peggioramento della situazione monetaria.