— 79 — concentrarono essenzialmente intorno alla clausola relativa alla nomina del comitato degli azionisti, che i creditori volevano devoluta alla loro competenza per affermare sempre più il concetto che la nuova banca doveva essere « la banca dei creditori ». Il contrasto fra le vedute dei creditori e quelle degli istituti di emissione e della commissione giudiziaria addusse poi a una soluzione intermedia per cui il comitato degli azionisti viene costituito con 15 anzi che 11 componenti, scelti sempre dai direttori delle banche di emissione: per 11 fra tali membri (anzi che 7) la scelta deve cadere fra i creditori. Un nuovo testo di concordato con questo emendamento, e con qualche altro di minore rilevanza, è stato presentato al tribunale il 16 marzo. Il consorzio fra i oreditori dapprima mosse ancora obbiezioni, ma poi ritirò l’opposizione, accettando la nuova formola. Le opposizioni da parte di singoli creditori sono tuttavia state numerose (n. 1479 a cura,di 1853 creditori), motivate in gran parte dalla incostituzionalità dei decreti, dalla condizione sospensiva e dai vincoli posti alla consistenza del concordato, da circostanze relative alla costituzione della nuova banca (specie la coazione ai creditori di diventare azionisti e la coattività del mandato al comitato degli azionisti), dalla disparità di trattamento fra i creditori, dalla mancanza di garenzie per l’attuazione del concordato, dal trasferimento dell’azione di responsabilità, da insufficienza dei mezzi finanziari per l’esecuzione del concordato. 11 tribunale, con sentenza del 29 aprile, rigettò tutte le opposizioni ed omologò il concordato. § XIII. — Le sedi estere e i creditori residenti all’estero. Durante tutto lo svolgimento della crisi bancaria, cure speciali si ebbero rispetto alla posizione dei creditori della Banca di sconto residenti all’estero, specialmente in vista della grande influenza che i rapporti verso costoro potevano esercitare rispetto al credito generale del paese sui mercati forestieri. La Sconto aveva intrecciato una vasta rete di affari all’estero e create in parecchie piazze propri stabilimenti o istituti ad essa connessi. La sospensione dei pagamenti da parte della Sconto in Italia avrebbe importato anche la cessazione degli affari negli stabilimenti in piazze estere : e in parecchi di tali stabili-menti si chiusero effettivamente gli sportelli, con danno non lieve per il prestigioynazionale. Una duratura sospensione sarebbe tornata rovinosa pm,^ numerosi emigrati italiani, che, sopratutto negli Stati Uniti e rtfiLBrugile, avevano affidato i loro risparmi agli organi della Sconto. jKpàrecchi fra i paesi ove tali-organi erano stati creati, non esiste l’istituto della moratoria e così la dichirazione di moratoria fatta per la banca in Italia, avrebbe addotto alla dichiarazione di fallimento per parecchie filiali estere. Una febbrile azione diplomatica bì svolse