! — 07 — larga ingerenza nella liquidazione venne ad essere esercitata, più o meno palesemente, dallo Stato, assai più di quanto sia avvenuto in consimili casi che funestarono la nostra vita economica in passato. Notevole indice di questo atteggiamento del governo è stata la circolare inviata dalla Presidenza del Consiglio ai prefetti appena scoppiata la crisi perchè smentissero le notizie allarmistiche» e rassicurassero gli interessati « facendo loro comprendere che il governo avrebbe saputo tutelare i loro interessi ». Nei primi giorni, a diffondere qualche fiducia tra i creditori, vennero diffusi comunicati e notizie piuttosto ottimiste per mezzo anche di agenzie ritenute semiufficiose ; si accennò,-Yra l’altro, a una sommaria indagine compiuta sulla situazione della banca verso la fine di novembre per conto del consorzio bancario, indagine dalla qnale sarebbe risultato che il capitale era ancora intatto, che la svalutazione del portafoglio poteva al massimo importare un 15°/0 di perdita, e che i creditori, in seguito alla moratoria, potevano solo temere un ritardo e una rateazione dei rimborsi. Grande fiducia ispirò anche una dichiarazione ottimista fatta dall’Associazione fra il personale della banca, dichiarazione che si ritenne fondata emanando da conoscitori dell’ istituto. In quei primi giorni si parlò anche della possibilità o probabilità di una sollecita riapertura della banca. Queste voci, abilmente diffuse, sono valse a mantenere una notevole calma nella vasta massa dei creditori. Calma 8lie perdurò anche quando, poco di poi, la commissione giudiziaria fece le gravi constatazioni già ricordate e accertava che il capitale era perduto, che le attività erano liquidabili solo lentamente e non sufficienti al pagamento dei debiti. Il tribunale consentì effettivamente la riapertura degli sportelli ai primi di gennaio, ma solo per alcune poche determinate operazioni, parecchie tra le quali tra-ducentisi in riscossioni (percezione di effetti cambiari, di assegni, restituzione di titoli dati in custodia o a dossier, pagamenti di effetti ricevuti per l’incasso, pagamento degli stipendi scaduti al personale, ecc.). All’unico commissario giudiziario istituito inizialmente (comm. De Angelis, direttore di sede del Banco di Napoli) vennero aggiunti altri due il 1* gennaio (sen. Oassis e prof. Cesare Vivante) e poco di poi un quarto (comm. Gidoni, antico funzionario della Banca d’Italia). I gravi accertamenti fatti intorno alla condotta della Sconto addussero al sequestro dei beni degli amministratori, disposto d’ufficio dal tribunale in base al decreto-legge del 3 gennaio, provvedimento questo di ben dubbia legittimità nella applicazione retroattiva ad una gestione anteriore, provvedimento anche di dubbia convenienza nei rispetti dell’ interesse collettivo, poiché, accrescendo le alee per la funzione di amministrazione di banche, possono essere distolti da tale funzione gli elementi migliori.