Prescindendo dai cambi verso paesi a valuta deprezzata e verso paesi con i quali i nostri rapporti economici hanno entità limitate, per considerare cosi soltanto i prezzi delle quattro principali monete estere — dollaro, sterlina, franco francese e franco svizzero — abbiamo che questi cambi all’inizio dell’anno avevano raggiunto le più grandi altezze ricordate dalla storia, poi di mese in mese sono andati declinando, attraverso fluttuazioni, con un movimento ribassista che è stato particolarmente forte tra il marzo e gli inizii dell’aprile, epoca in cui le curve sono discese al più' basso livello; col maggio è ripreso il movimento ascendente dapprima lento e poi assai forte tra il giugno e l’agosto : un nuovo massimo si è raggiunto con l’ottobre, ma sensibilmente inferiore al precedente, dopo di che le ultime decadi dell’anno hanno mostrato un movimento oscillante prevalentemente volto alla discesa. 1 dati presentati nel capitolo dedicato al movimento bancario mostrano come attraverso l’anno 1921 sia avvenuta una certa diminuzione nella massa dei biglietti circolanti, diminuzione svoltasi piuttosto rapida e sensibile sino al maggio, per effetto del ritiro di biglietti emessi dallo Stato e specialmente destinati al finanziamento delle gestioni annonarie e commerciali; fra il maggio e il novembre la massa dei biglietti ha subito oscillazioni varie, ma non grandi spostamenti, poiché all’ulteriore declinare della circolazione per conto dello Stato corrispondeva una sensibile espansione nella circolazione bancaria propria, provocata da maggiori larghezze di credito in vista della crisi : negli ultimi mesi la circolazione bancaria propria ha subito un brusco imponente aumento (che ha portato il volume totale a non grande distanza da quello del principio dell’anuo) per gli improvvisi bisogni determinati dal dissesto bancario. Alla diminuzione nella massa dei biglietti, fa riscontro una diminuzione nella velocità di circolazione, così come sempre avviene nelle fasi di crisi e marasma econouiico : la diminuzione nella rapidità media dei giri monetari si è manifestata specialmente decisa sul finire dell’anuo, quando avvennero gli enormi ritiri bancari, rimanendo per lo più i biglietti transitoriamente stagnanti in depositi privati, i quali si dissolsero poche settimane dopo col cessare del panico. Ma alla diminuzione nella massa di medio monetario e nella velocità circolatoria, è corrisposta una contrazione presumibilmente ancor più marcata nel volume degli scambi, per cui quella massa è risultata forse più esuberante che nell’immediato passato, presentandosi così ridotta la effettiva consistenza della nostra valuta, sia in confronto con le migliori divise estere che con le merci. Le grandi altezze raggiunte dai cambi nelle prime decadi dell’anno e poi di nuovo nel secondo semestre, hanno destato la consueta emozione nell’opinione pubblica : tuttavia l’esperienza del passato ha, almeno, insegnato a non invocare più controlli artificiali sul mercato delle divise estere,