insieme le provvidenze che si ritenevano capaci di ovviare alle conseguenze che avrebbe potuto avere un ulteriore acuirsi della crisi delle industrie largamente finanziate dalla detta Banca italiana di sconto». « Se non che l’azione onde ci siamo fatti iniziatori, chiamando a raccolta le forze bancarie del Paese, non intendeva soltanto a fronteggiare le difficoltà nelle qunli si dibatteva quell’istituto ma ben piu a risparmiare all’economia del Paese le ripercussioni di un grave arresto bancario». « Con questi intendimenti gli Istituti di emissione, la Banca commerciale italiana, il Credito italiano e il Banco di Roma — concretando, il 24 novembre, i disegni posti in discussione — deliberarono, con previdenti cautele, di concedere alla Banca di sconto, gradatamente e secondo le esigenze, la mobilizzazione di crediti fino alla concorrenza massima di 600 milioni *. «Una tale mobilizzazione avrebbe dovuto farsi, come è infatti avvenuto, anzitutto e fino alla concorrenza di 300 milioni, con lo sconto di crediti cambiarii che la Banca aveva verso le aziende costituenti il Gruppo Ansaldo, assistiti da garnnzie. Oltre siffatto limite, e fino a raggiungere il massimo degli accennati 600 milioni, la mobilizzazione avrebbe potuto effet-tuarsi con lo sconto di cambiali di portafoglio e di altri crediti verso chicchessia, riconosciuti accettabili». « Più tardi, il 5 decembre, guardando alle condizioni nelle quali venivano a trovarsi quelle aziende per le condizioni della Banca italiana di sconto, si convenne che agli eventuali, temporanei, bisogni finanziari delle aziende medesime provvedesse colle dovute garanzie, il Consorzio per sovvenzioni su valori industriali ». « A una tale determinazione si giunse per la preoccupazione del grave pregiudizio che un improvviso arresto delle dette aziende, avrebbe portato all’Istituto loro sovventore. Si considerò la situazione nella quale sarebbe venuta a trovarsi una regione d’intensa attività industriale, come la Liguria, in seguito a una eventuale chiusura degli stabilimenti e alla disoccupazione immediata di migliaia e migliaia di operai. Si pensò ancora al danno che sarebbe derivato dalla dissoluzione di un grandioso organismo industriale, il quale, se bene riordinato, potrebbe rendere, nelle opere di pace, servigi non meno apprezzabili di quelli resi al paese nei giorni più aspri della guerra ». « Le operazioni di sovvenzione alla Banca di sconto furono iniziate il 29 novembre, e si susseguirono, con brevi intervalli le une alle altre, fine a raggiungere il 19 dicembre il primo limite di 300 milioni. Ma poi le richieste deila Bnnca — motivate dn affrettati e rilevanti ritiri dai conti correnti all’interno e all’estero, da disdette di conti correnti in titoli e dal pagamento di assegni circolari — si ripeterono con più assillante frequenza e per cifre sempre più considerevoli, tanto da lasciar prevedere che il limite dei 600 milioni sarebbe stato in brevi giorni raggiunto, e che una tal somma sarebbe stata insufficiente a fronteggiare la situazione che si era andata delineando in modo impressionante». « La corsa agli sportelli — che avrebbe dovuto essere rallentata dalla prontezza con la quale i mezzi occorrenti per corrispondere alle prime richieste di ritiri erano stati forniti alla Banca di sconto —divenne invece più affannosa, tanto che gli Istituti, avendo le sovvenzioni concesse di già raggiunto i 424 milioni, non ritennero prudente di concederne altre. In tutti si era fatto il convincimento ohe l’ulteriore aiuto, tenuto in giusti confini, non avrebbe conseguito lo scopo di evitare la sospensione dei pagamenti ». Rispetto all’opera del Consorzio bancario, al momento dello scoppio della crisi, circolò nella stampa insistente la voce che la crisi si