Vili — • « Gli «fomenti raccolti nel presente volume, mostrano variamente il progresso notevolissimo avvenuto lungo il biennio 1921-32 nel nostro paese, verso il ritorno ad un assetto meno anormale di vita economica. Fattore di primaria importanza per la grande trasformazione, è la maggiore serenità, alfine prevalsa, nella psicologia collettiva, pur tra il protrarsi di tanto acerbi contrasti: il decorso del tempo ha automaticamente attenuato via via le eccessive sensazioni derivate dalla guerra e ha fatto svanire i torbidi sogni di catastrofici mutamenti nell'assetto della vita nazionale, ed ha fatto svanire anche e l’onda di pigrizia», la tanto esiziale contrazione nel rendimento del lavoro umano, la indisciplina nella vita interna delle imprese produttive che così rovinosa si era presentata nel primo tempo dopo la deposizione delle armi. Fattore notevolissimo per la ulteriore restaurazione della vita economica italiana appare la innovazione avvenuta in questi ultimi mesi nell’assetto politico del paese. Za rivoluzione avvenuta nell’ottobre, più ancora che per i mutamenti nelle direttive del reggimento della cosa pubblica, appare notevole per la Jormazione di una nuova élite politica. Male supremo, che sempre ha gravato tristemente sulla vita della Terza Italia dopo la fase eroica iniziale, è stata ognora la deficienza di uomini, per una robusta ed intelligente e corretta direzione della cosa pubblica. Da gran tempo, da questa nostra mirabile gente italiana, per un complesso oscuro di fattori, si veniva esprimendo una classe politica, segnalata da una estrema penuria di capacità e di volontà, ed in ogni partito politico erano frequenti uomini di scarsa energia ed anche di scarsa dirittura morale. Dopo la guerra, per un assieme di circostanze veramente straordinarie, il potere era spettato ad elementi rappresentanti, più che altro, principi avversi a quelli che si erano affermati con la guerra; si era costituito un singolare sistema di forze politiche reciprocamente neutra-lizzantisi, estremamente pericoloso in un'epoca nella quale allo Stato tocca un così arduo e complesso compito di restaurazione e di trasformazione. Tale sistema di forze diede luogo lungo questi grandi anni, ad una estrema instabilità di governo, ad una minacciosa incertezza di direttive, ad una pericolosa debolezza dello Stato. Questa intima debolezza ha favorito il moltiplicarsi dei parassitismi; la politica economica del dopoguerra i così, più che mai, contrassegnata dall’asservimento agli interessi di gruppi e di clientele, oltre che dalla incertezza e dalla insipienza tecnica. La, rivoluzione dell’ottobre significa decisa reazione agli indirizzi prevalsi dopo la guerra, ed anche ai caratteri fondamentali della vita politica italiana prevalenti nell’ultimo tempo anteriore. Senza prendere in considerazione, qui, il metodo e la forma del rivolgimento e taluni fra i provvedimenti di sistemazione e mantenimento del nuovo assetto (elementi tutti che possono dettare