144 PAOLO VOLPONI loro alloggi; il primo, operando generalmente in zone rurali dell’Italia Centro-Meridionale; il secondo, su tutto il territorio nazionale e special-mente sui grossi centri urbani. L’Unione Nazionale per la lotta contro l’Analfabetismo è un Ente morale che ha iniziato nel dopoguerra un’opera di diffusione dell’alfabeto, adottando fin dall’inizio la formula del centro sociale anche per risolvere i problemi di educazione di base. L’Istituto Italiano dei Centri Comunitari organizza tutti i centri comunitari del Movimento Comunità nel Piemonte e in altre regioni d’Italia, proponendosi soprattutto i compiti di un organo di studio, di ricerca metodologica e di consulenza. L’attività di alcuni Enti UNRRA CASAS L’UNRRA CASAS iniziò nel ’47 una attività di assistenza sociale a favore delle famiglie assegnatane dei suoi alloggi, allo scopo di risolverne i problemi di emergenza, derivanti dal fatto che le stesse provenivano dai campi profughi, dai baraccamenti, dalle grotte, dalle lunghe peripezie dello sfollamento di guerra e si trovavano in una sede spesso nuova. A un’assistenza del genere, subentrò un’assistenza più qualificata, che pian piano cominciò a considerare i problemi dei nuclei familiari come tali: la famiglia e il suo stato di bisogno; la famiglia e la casa; la famiglia e il suo stato sociale e morale; i rapporti fra i genitori, fra i genitori e i figli; allargando il suo interesse anche ad alcuni problemi locali in relazione alle esigenze del gruppo degli assegnatari, cioè all’asilo, alla colonia, al patronato scolastico, ecc. A poco a poco, di fronte all’Assistente Sociale si presentò il gruppo degli assegnatari come tale, con tutti i suoi problemi di relazioni, sia all’interno che all’esterno. E spesso, giacché il CASAS era intervenuto in piccoli paesi delle zone rurali, dalle dimensioni comunitarie, spontaneamente, insieme al gruppo degli assegnatari, si presentò all’Assistente Sociale, con tutti i suoi problemi di rapporti e di espressioni sociali, l’intero paese. Allora, intorno alla sede allestita dall’Assistente Sociale, — magari soltanto per ospitare il gioco dei ragazzi, o il corso di economia domestica o di taglio e cucito per le madri di famiglia, — incominciarono a fiorire le iniziative dei vari gruppi, sia per una esigenza spontanea, sia perchè intanto l’Assistente Sociale aveva iniziato ad interessarsi al problema dell’educazione degli adulti, magari promuovendo la istituzione dei corsi sovvenzionati dal Ministero della Pubblica Istruzione. Forse, per una pressione spontanea degli ambienti, gli Assistenti Sociali, e quindi l’Ente, capirono la necessità di sviluppare la loro azione su un piano comunitario, di affrontare le complesse situazioni locali, di sprigionare nelle popolazioni possibilità di libere iniziative che potessero ricondurle su un piano storico. Appare evidente, come tutto questo lavoro abbia potuto poi sfociare nella istituzione di numerosi centri sociali, coronando in questo modo tutte le iniziative fino a quel momento assunte, spesso dagli stessi gruppi che