— 411 retribuzione in alcuni distretti, d'altro lato ovunque riuscirebbe utile introdurre sistemi di pagamento da offrire al minatore un interesse diretto alla maggior produzione. L’estrazione media annuale per ogni persona impiegata nell’industria mineraria risulta di 360 tonnellate nel 1013, 330 nel 1934 e 317 nel 1925. Traduciamo fedelmente una parte della conclusione del rapporto: «La via della prosperità per l'industria mineraria procede lungo tre linee principali : maggiore applicazione della scienza nell’estrazione e nell’uso del carbone, più saldi legami per la produzione e distribuzione, più stretta unione fra padroni e loro dipendenti. In tutti e tre i campi i progressi debbono venire soprattutto dall' interno dell' industria stessa ». Annessi al rapporto vi sono alcuni* esami particolari sulla produzione e mercato estero, condizione di lavoro in alcune miniere, prezzi del carbone, paghe e costo della vita. Il rapporto della Reale Commissione conferma in quale difficoltà si trovi attualmente l'industria del carbone e come sia arduo risolvere in modo equo e duraturo il grande sciopero, le cui responsabilità ricadono pure in notevole misura sugli imprenditori e proprietari di miniere. Risalendo poi a considerazioni di carattere generale, si constata che anche le industrie più potenti, sfruttanti ricchezze naturali del suolo, con vasti mercati e forte assorbimento interno ed estero, se vogliono evitare lunghe crisi e periodi di decadenza, non debbono trascurare i progressi tecnici, nè arre starsi sulle posizioni acquistate; d’altro lato i lavoratori, per quanto organizzati saldamente, non possono prescindere dalla reale situazione economica dell’industria, nè dalle leggi del costo e del profitto, della domanda e dell’offerta. Le due parti infine, di fronte alle inevitabili divergenze nell’agitata vita industriale, debbono cercare le soluzioni da loro stessi, senza ricorrere allo Stato, il cui intervento materiale può riuscire temporaneamente efficace, ma in fondo costituisce sempre un ingiusto onere imposto a tutta la Nazione, per favorire interessi particolari. G. S. I. Is Unempìoyment ineuitable? An analysnis a Forecast. Macmillan, 1934, in-8°, pag. viii-388. Prezzo scel. 8 d. 7). Unempìoyment Insurance in Qreat Britain. (Macmillan, 1935. in-8°, pag. 68. Prezzo se. I). Sotto la presidenza di W. T. Layton, il noto direttore deU’£co«iomi«f. un gruppo di studiosi e di industriali — vi entravano tra gli altri il Bowley, il Jones, B. Seebohin Rosontree, e chiesero la collaborazione anche del Pigou, del Cassel, del Bonn — ha proseguito in questi due volumi un'analisi precisa iniziata in una prima pubblicazione The Third Winter of Unempìoyment. Dallo studio del fenomeno qui si arriva ad additare i rimedi, riassumendo le situazioni specifiche iu cui si dibattono i diversi rami di produzione dopo la crisi del 1931 : sfilano nelle loro caratteristiche, messe in rilievo da chi ne ha conoscenza effettiva, si da lasciarci un quadro utilissimo da confrontare con quelli del Porter e dell'Hirst per il 1850 ed il 1910. Non preoccupa se non di sfuggita l’oscillazione stagionale del numero di persone occupate: aveva formato l’oggetto di uno studio suggestivo una ventina di anni or sono sotto la direzione di Sidney Webb. Si guarda piuttosto al movimento della congiuntura con il susseguirsi di marasma e di espansione e di crisi; gli aspetti monetari e creditizi hanno diffuso come opinione comune