UTILI DA ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE 6r in esercizio successivo a quello dell’acquisto di dette azioni, non potrebbe in ogni modo autorizzare la tassabilità di una riserva, già divenuta capitale, perchè costituita con utili conseguiti in un precedente esercizio (i). In altri termini, secondo l’opinione di coloro che avversano la tassabilità di codesto lucro differenziale, basterebbe il semplice espediente di rimandare da un esercizio all’altro, l’esecuzione di una parte della deliberazione dell’assemblea generale, che autorizza l’acquisto delle azioni proprie, con la condizione di ridurre contemporaneamente, del corrispondente importo (al valore nominale), il capitale sociale nominale, per dire: nell’esercizio in cui ha luogo l’acquisto di dette azioni, che non c’è ancora lucro differenziale tassabile, perchè il capitale sociale nominale è rimasto invariato; e nell’esercizio in cui si procede alla materiale riduzione del capitale sociale nominale, che questa è pura operazione contabile, colla quale si attua, sui libri sociali, la volontà dell’assemblea generale dei soci, che subordinò l’acquisto delle azioni della società alla condizione della riduzione del capitale sociale nominale, sino a concorrenza del valore nominale di dette azioni. Naturalmente, non potendo la finanza fare indagini sulle intenzioni degli organi sociali, circa all’acquisto delle azioni della società; nè avendo la possibilità giuridica d’imporre, che la norma dell’art. 144 del codice di commercio si attui conformemente alle finalità che la ispirarono, deve necessariamente stare al modo e al tempo in cui l’operazione si svolge materialmente. Or, se la riduzione del capitale sociale nominale operata sui libri sociali, è solo generatrice di effetti giuridici, di fronte ai terzi (2), si deve a quest’operazione attribuire anche il valore di effettiva realizzazione del lucro differenziale, il quale, — all’atto dell’acquisto delle azioni sociali, non seguito dalla contemporanea riduzione del capitale sociale, — rappresentava un lucro bensì in potenza, ma non ancora in esercizio, appunto perchè le azioni stesse potevano rimettersi ancora in circolazione ed, eventualmente, colla sola possibilità della responsabilità civile e penale degli amministratori. Il lucro differenziale adunque si concreta quando si è pure ridotto il capitale sociale nominale dell’importo corrispondente al valore nominale delle azioni acquistate a prezzo inferiore. Allora la società si è liberata di un debito di L. 100 per ciascuna delle azioni acquistate, pagando solo L. 80. Le venti lire di differenza sono perciò « reddito », appunto perchè incrementano di uguale cifra il patrimonio sociale. Il restante capitale sociale nominale, diviso pel (1) Vedi il mio studio su Riserve occulte ed imposta, in « La Riforma Sociale », anno 1932, pag. 636-6;o, §§ 6 a 11. (2) Non basta che d sia la deliberazione delTassemblea generale dei sod, che autorizza la riduzione dd capitale sodale nominale, per riconoscere che questo sia stato effettivamente ridotto, quando consti che alla deliberazione stessa non si è ancora data esecuzione, richiedendo l’art. 104 del codice di commcrdo che « in ogni contratto scritto stipulato nell’interesse della sodetà, e in ogni atto, lettera, pubblicazione od annunzio che ad essa si riferisca, devono essere chiaramente indicate la spede e la sede della sodetà. « 11 capitale delle società in accomandita per azioni ed anonime dev’essere negli atti suddetti indicato secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente nell’ultimo bilando approvato ».