di lavoro, ma all'ampliarsi della diffusione dell'informatica insorgono resistenze all'uso dei sistemi, casi di non utilizzo che non derivano tanto da una cattiva progettazione tecnologica, quanto dal fatto che si sono commessi errori di tipo organizzativo: ad esempio, non si sono ascoltate le esigenze degli utenti. Tutto ciò non è che il segnale di un'allocazione inefficiente dei costi sociali: le persone vogliono contrattare sia a livello individuale sia sfruttando la macchina negoziale già presente all'interno dell'azienda, cioè il sindacato. Emerge allora il fenomeno (al primo livello) di una contrattazione sindacale, locale, delle nuove tecnologie: essa può essere vista come un aggiustamento che il sistema aziendale si dà al proprio interno per esplicitare e distribuire costì e benefici all'innovazione. Questo è l'oggetto degli accordi sindacali sulle nuove tecnologie utilizzati nei paesi del Nord Europa. In quei paesi i sistemi vengono realizzati in un tempo più lungo, ad un costo a volte maggiore (dato che alcuni dei costi che prima ricadevano in modo diffuso sugli utenti sono stati internalizzati) ma garantiscono un più elevato livello di efficacia ed efficienza una volta in funzione. Gli accordi sulle nuove tecnologie svolgono una funzione importante: essi "scongelano" l'esistente sistema di diritti di proprietà sulla progettazione e l'utilizzo dei sistemi legittimando la partecipazione del sindacato, e definiscono ambiti di negoziazione fra azienda e -sindacato per realizzare ed applicare i sistemi, tenendo conto delle esigenze e 70