modo stabile certi requisiti dell'ambiente, si ■ presenta come particolarmente "adatto" a tenere conto di questa esigenza. Là dove si riconosca che l'ambiente è complesso, ovvero presenta notevoli sfaccettature ed esigenze sarà opportuna una analisi sistematica dei requisiti ambientali e l'albero funzionale del prodotto della progettazione dovrà essere disegnato tenendo conto, bottom up, dalla periferia al centro, della necessità di rispondere ai diversi tipi di requisiti: l'albero diventa il mezzo per -fornire la migliore "sintesi della forma" (Alexander, 1964) rispetto alla costellazione dei possibili misfits con l'ambiente. L'ipotesi è che vi possa essere una identità finale tra forma e funzione del prodotto e che ciascun misfits o grappoli di misfits possano essere eliminati uno indipendentemente dall'altro. Questa strategia progettuale non è solo caratteristica dell'architettura, ma è rintracciabile in campi affatto diversi come la progettazione organizzativa: tutta la contingency theory vede le strutture e i processi organizzativi come risposte all'environment, e la loro aggregazione come risposta più efficace ed efficiente da trovarsi in base ad un'analisi delle caratteristiche ambientali (Lawrence e Lorsch, 1967). Il Il secondo tipo di problemi riguarda l'ottimizzazione della struttura progettata. Come accennato, ogni sforzo progettuale di tipo funzionale è governato da una procedura di ricerca dell'ottimo che consiste nell'individuare il piano di azione migliore per il raggiun- 12