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Ashis Nandy
                    In sistemi aperti, vasti e complessi, l’accessibilità è in parte garantita dall’analisi di ogni dissenso proveniente dall’esterno in termini peggiorativi derivati dalle ideologie dei sistemi. In questa analisi, sempre più disponibile in forma già preconfezionata nelle democrazie liberali, lavorare tra i gruppi tribali e i poveri delle campagne diventa oscurantismo romantico gandhiano o avventurismo di sinistra, le rivendicazioni etniche si identificano con il fondamentalismo e tutti i movimenti contadini diventano autoaffermazione dei kulak. Ridefinito così il dissenso, i dissidenti più imprevedibili possono essere affrontati in due modi. La loro capacità di esercitare i diritti democratici può essere ridotta costruendo un’opinione generale avversa mediante la manipolazione dell’opinione delle classi medie. (Questi diritti non sono mai abrogati, come avviene nel caso di un sistema politico autoritario, ma sono fatti «scadere» mediante l’indifferenza, procurata intenzionalmente, dei cittadini che contano.) All’opposto, questi «eccentrici» sono talvolta ammessi a malincuore nella corrente principale, quale mezzo per incastrare oppositori politici o, quando riescono a farsi strada per conto proprio nella corrente principale, come attestati tangibili dell’apertura del sistema.
                    L’industria dello spettacolo in questo contesto diventa il terreno di reclutamento preferito per questi leader confezionati della corrente politica principale12. Gli eroi di tale industria hanno tradizionalmente la responsabilità di istituire in modo eroico la supremazia della convenzionalità e del concetto tradizionale di buon cittadino. Essi danno corpo al paradigma per eccellenza del conformismo in una cultura di massa. Ben prima che Ronald Reagan si imponesse grandiosamente nella vita politica americana, M. G. Ramachandran e K. Karunanidhi erano divenuti i principali contendenti del consenso politico nell’India meridionale13. E non è sorprendente che, a partire dalla morte di Ramachandran nel dicembre 1987, le due donne che si contendono aspramente la sua eredità politica siano entrambe ex attrici. E un attore anche il capo del più grande partito politico di opposizione nell’attuale parlamento, che
                    12   La consapevolezza di questo fatto ha raggiunto i mezzi di comunicazione di massa. Si vedano, ad esempio, Iqbal Masud, Media “Hype”: The Optate of thè Masses in «Indian Express», 1 gennaio 1984; Khalid Mohamed, “Mard" thè M. P. in «Times of India», 1 dicembre 1985; Geeta Doctor, «Cinema War Breaks Out» in Sunday Observer, 2 agosto 1987 e The Man Who Played God - And Won in «Statesman», 17 gennaio 1988. ^
                    13   Esiste ovviamente una differenza tra la prima generazione di personalità cinematografiche nella vita politica del Tamil Nadu e i nuovi mercanti politici dei mezzi di comunicazione di massa. I primi non utilizzavano la loro base nel mondo cinematografico per aggirare la politica organizzata; i secondi lo hanno fatto. Per una descrizione della prima fase si veda Robert Hardgrave, When Stars Dispiace thè Gods, Austin (Texas), Center for Asian Studies, 1975.
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