Perché Futurama M. Pacini Cultura del futuro e del presente Il senso del futuro come luogo del nuovo e del mutamento, e ad un tempo come luogo dove si esplicano le possibilità dell'azione umana, è una conquista recente: la possibilità di pensare che il domani possa riservare all'uomo non un ulteriore allontanamento dal «tempo sacro delle origini», e quindi un decadimento, ma piuttosto un progresso, è strettamente legata alla consapevolezza che l'uomo ha a disposizione i mezzi per assicurare una crescita della conoscenza. In poche parole, il senso razionale del futuro nasce con la scienza moderna, e ancor più con la applicazione sistematica dei risultati del sapere scientifico alle tecniche. Ma certo, il senso razionale del futuro non è diventato un atteggiamento normale e naturale dell'uomo comune. L'uomo resta ancora attaccato al presente e del futuro si interessa soltanto nei termini importanti ma estremamente restrittivi della sua vita privata. Qualcuno potrebbe persino aggiungere che con il proliferare di forme assistenziali è venuto meno anche il più importante incentivo a pensare al proprio futuro in termini di sicurezza, o almeno così è sembrato negli anni recenti in cui sembrava ovvio che lo Stato potesse pensare a tutto, sostituendosi completamente alla buona volontà, all'impegno, al lavoro del singolo in una società in cui la responsabilità personale veniva del tutto soppressa e resa inutile. Oggi non è più così: la responsabilità, anzi, appare sempre più come l'unica ancora di salvezza in un quadro generale molto tempestoso, in cui alle turbolenze sociali, economiche e politiche non può essere data una risposta sola, valida per tutti e in ogni circostanza. La degenerazione dello stato di benessere nello 8 stato assistenziale prodigo, quanto inefficiente, irresponsabile quanto ingiusto, è ormai argomento di conversazione quotidiana e se pochi anni or sono era un tema di ricerca sociale ora non può essere altro che oggetto di intervento politico riformatore. Tutto ciò, rispetto al discorso che vogliamo fare con il programma «Futurama», significa che ciascun cittadino si ritrova di nuovo carico della responsabilità del proprio futuro, come può esserlo un cittadino di una società matura, responsabile, piena di valori di solidarietà e non certamente come un essere isolato in una società atomizzata; il che rappresenta pur sempre un'interessante valorizzazione della persona e un robusto affidamento di doveri. Il senso del futuro personale tornerà quindi ad essere un elemento di fondo della cultura del singolo. E ciò specie in un'epoca in cui si comincia a parlare di progettazione della propria vita, non solo nelle scelte tradizionali - chi sposo e quando, che tipo di mestiere faccio - scelte, sarà bene ricordare, tradizionali ma comunque conquistate dall'uomo con un lungo processo storico - ma anche come scelta del «quando» e «come» si svolgono le principali attività con cui organizza solitamente la vita l'uomo moderno: lo studio e la preparazione al lavoro, il lavoro, il pensionamento o il riposo. La possibilità di modificare, sia pure parzialmente questa sequenza, non è più una dichiarazione di dover essere per una società ideale, né un principio ordinatore di una società utopica: è una possibilità concreta che abbiamo dietro l'angolo, che la nostra società, quella italiana di questo scorcio di secolo, può cominciare a costruire. Anzi, nella logica di Futurama, è proprio questa società che si dovrebbe cominciare a costruire se si vuol dare una risposta adegua-