vogliono contrattare perché preferiscono l'allocazione esistente dei costi sociali e la struttura attuale dei diritti di proprietà, non garantisce l'efficienza nell'impiego delle nuove tecnologie. Progettare e realizzare un sistema informativo automatizzato mantenendo lo status quo nell'organizzazione degli utenti può provocare problemi tali da bloccare ogni utilizzo sensato dell'innovazione stessa. La pratica nelle aziende e nella pubblica amministrazione sembra confermare ogni giorno questo fenomeno. Ma come e quando si deve contrattare? Perché proprio durante la progettazione (alternativa che qui interessa in quanto giustificazione dell'approccio dialogico-discorsivo)? E quali possono essere gli strumenti che facilitano la contrattazione? Il problema dei costi sociali nel caso dell'informatica ha subito negli anni un'evoluzione che individua nella contrattazione tre livelli istituzionali, con un numero di attori coinvolti via via più ampio. In una prima fase (già toccata in alcuni paesi come quelli scandinavi studiati nella ricerca ISFOL), la direzione aziendale applica, seguendo i canoni della progettazione tecnolo-gico-funzionale, l'automazione e l'informatica. Ciò provoca effetti sia locali che diffusi sui posti di lavoro, sull'occupazione, le qualifiche, le strutture organizzative, ecc. In pratica, l'equilibrio implicito nel contratto aziendale di lavoro viene alterato. Nel caso di impatti localizzati i costi vengono interna-lizzati mediante una modifica del rapporto 69