torno a cui si polarizzano la maggior parte delle attività di lavoro sociale, e che rimane una formazione polivalente.
            Tuttavia, già il primo istituto di formazione per assistenti sociali, che risale al 1899, comprendeva diversi indirizzi di studio specializzato, ossia: aiuto sociale generico, protezione dell’infanzia, educazione popolare e lavoro con i giovani, problemi del lavoro, servizio di « vigilanza alle case popolari ».
            In seguito, il peso della tradizione, insieme alla pressione degli enti, hanno tenuto viva l’esigenza di un minimo di specializzazione, così che tutt’ora il ciclo formativo dell’assistente sociale comprende la possibilità di approfondire determinati aspetti, formulati nelle dizioni di lavoro sociale generico, lavoro sociale di fabbrica, protezione dell’infanzia, assistenza medico sociale, ecc. Si tratta di un elenco continuamente riformulato, nel quale alcune nuove voci si inseriscono ed altre scompaiono.
            La soppressione di un indirizzo quale la « vigilanza alle case popolari » è legato ad evidenti ragioni di sviluppo e trasformazione della società nel suo complesso. La scomparsa di altre voci, quali l’educazione popolare ed il lavoro con i giovani, è dovuta al costituirsi di una nuova figura professionale indi-pendente: Tassistente culturale (cultureel werker), il cui caso si presta ad un utile esemplificazione.
            Il ciclo di formazione del cultureel werker viene strutturato come specializzazione a sé da parte di alcune scuole già prima del 1960, ma viene ufficialmente approvato nel 1963. In un articolo che dà conto delle ragioni d’essere della nuova figura professionale, ci si richiama da un lato alla continuità con la tradizionale direzione di studio già compresa nella formazione dell’assistente sociale e dall’altro si ribadisce la necessità di uno sviluppo totalmente a sé stante, motivandola come segue:
                               La formazione (dell’assistente sociale) si è indirizzata in misura crescente verso il lavoro sociale inteso nel senso più stretto, quindi verso una maggior professionalizzazione di tale lavoro, e lo sviluppo di una sua metodologia: Tinsegnamento dell’educazione popolare (volksontwikkeling) viene ad essere così limitato, che il campo di attività del lavoro culturale può avere la parte che gli spetta soltanto a seguito di un nuovo indirizzo di studio indipendente.26
            L’articolo prosegue analizzando le funzioni che il cultureel werker può ricoprire e precisa i fini del ciclo formativo, affermando l’opportunità che la formazione non si puntualizzi intorno al solo lavoro educativo e con i gruppi ma consideri possibilità assai più vaste, imponendo competenze più definite.
            In definitiva, in rapporto all’assistente sociale ed all’assistente culturale la scelta tra polivalenza e specializzazione si riprospetta in due forme e livelli diversi.
            La polivalenza dell’assistente sociale viene sempre più intesa nel senso di una
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