In ogni dipartimento, l’assistente sociale capo del servizio sociale è il « consulente tecnico » in materia di servizio sociale presso il direttore dell’azione sanitaria e sociale; è responsabile dell’organizzazione e del funzionamento del servizio sociale nel dipartimento; potrà essere affiancato da assistenti sociali specializzati per aiutarlo nella direzione del servizio.
   Il direttore dipartimentale dell’Azione sanitaria e sociale deve assicurare i compiti affidati dalla legge, sia come dirigente di un importante servizio sociale pubblico, sia in qualità di Segretario generale del Comitato dipartimentale di coordinamento. « Deve utilizzare queste due funzioni » per meglio rispondere all’insieme dei bisogni della popolazione. Per colmare i vuoti evidenziati dall’inventario dei bisogni del dipartimento, tutti i servizi sociali privati sono stati sollecitati ad abbandonare in parte la loro qualità di « specializzati », ed a « convenzionarsi » col Ministero per assumere la responsabilità di zone polivalenti scoperte. Gli assistenti sociali privati così « convenzionati » dipendono tecnicamente dalla Direzione dipartimentale. Riprenderemo più avanti l’esame dei problemi sollevati dal coordinamento tra i servizi sociali e dalle convenzioni.
   Il Ministero, comunque, è del parere che si debba modificare il decreto sul coordinamento dei servizi sociali, in modo che risulti più semplice, più strutturato e più « imperativo » ed « energico ».
   E’ necessario rilevare che l’organizzazione capillare del servizio sociale rispondeva a un desiderio spesso espresso dagli utenti e dai non utenti: la popolazione voleva l’assistente sociale facilmente e immediatamente accessibile, senza il disagio di distanze da percorrere. L’assistente sociale, specie se giovane, rifiutava invece sempre più il servizio polivalente di zona; non voleva essere un « tutto fare » perché si rendeva conto che, almeno nelle condizioni consuete di isolamento tecnico e di sovraccarico di lavoro, fino a poco tempo fa il servizio reso alla popolazione diventava rapidamente scadente o, perlomeno, poco efficace.
   La riorganizzazione, messa a punto con la circolare del 13 dicembre 1966, dovrebbe ovviare a molte di queste difficoltà, ma la strada da percorrere non è né breve né facile; infatti, troppi assistenti sociali attualmente in servizio sono stati per anni male utilizzati in compiti, come afferma il Ministro, non di loro competenza, e non hanno molti stimoli a migliorare le loro capacità.
   Il Ministro sollecita in particolare i dirigenti regionali a organizzare sul piano regionale « corsi di perfezionamento e aggiornamento per gli assistenti sociali in attività », (come prescriveva già nella circolare del 1965) e raccomanda ai direttori regionali che tutti gli assistenti sociali destinati ad assumere responsabilità di assistente incaricato di una circoscrizione, o di assistente capo-consulente tecnico dipartimentale, abbiano la possibilità di ricevere una formazione complementare. Passerà però del tempo prima che si possa migliorare il livello del servizio in modo rilevante.
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