420 Cronologia 1879-83 1881 1886-91 1891-1925 1925-31 Guerra del Pacifico. Le dispute che da più di un decennio vedevano opposti Cile e Bolivia per questioni di confini e per il controllo dei giacimenti di salnitro, portano il Cile allo scontro militare con Perù e Bolivia. Il 17 gennaio 1881 l’esercito cileno entra a Lima. Il 20 ottobre 1883 la firma del trattato di pace sancisce l’annessione al Cile della provincia di Tarapacà e delle zone di Arica e Tacna (quest’ultima sarà restituita al Perù nel 1929). Il 4 aprile 1884 viene firmata una tregua a tempo indeterminato con la Bolivia, a cui il Cile strappa definitivamente la provincia di An-tofagasta. La vittoria segnerà per il Cile un nuovo periodo di espansione economica, fondata sul salnitro. Trattato dei confini con l’Argentina. Il 28 luglio 1881 Cile e Argentina raggiungono un accordo per la divisione dei territori del sud. All’Argentina va la maggior parte della Patagonia, tranne una fascia a nord dello stretto di Magellano. Al Cile le isole tra il canale Beagle e Capo Horn. La Terra del Fuoco viene divisa longitudinalmente. Presidenza di Balmaceda. José Manuel Balmaceda, già primo ministro sotto la presidenza Santa Maria (1881-86), viene eletto presidente nel 1886 come candidato dell’alleanza tra liberali e nazionali. Sfrutta la grande espansione economica del periodo per importanti opere pubbliche; ma le sue tendenze accentratrici scatenano le opposizioni che da tempo si battono per una limitazione dell’esecutivo a opera del potere legislativo. Il contrasto tra il parlamento e l’esecutivo si traduce in una guerra civile (7 gennaio 1891) che vede il paese spaccarsi in due: il nord cade subito in mano ai parlamentari, che con la vittoria di La Placilla del 28 agosto 1891 si assicurano il successo definitivo. Il 19 settembre 1891 Balmaceda si uccide. Con la fine della guerra civile si apre il periodo parlamentare*, durante il quale il presidente è tenuto a governare in accordo con la maggioranza del congresso. L’immobilismo politico fu scosso dalle agitazioni sociali, nelle aree urbane e nei settori minerari. La crescita dei ceti medi e del proletariato conducono nel 1920 all’elezione alla presidenza di Arturo Alessandri, che riesce nel 1925 a varare una nuova costituzione, i cui cardini fondamentali sono: istituzione di un regime presidenziale, funzione sociale della proprietà, protezione del lavoratore e della salute pubblica. Dittatura di Ibáñez. Già potente ministro della Guerra sotto la presidenza Figueroa (1925-27), Ibáñez assume direttamente il potere nel 1927, favorendo grandi imprese pubbliche - la riforma della scuola e la riforma sanitaria - sull’onda della prosperità economica del periodo. La crisi del 1929, che comportò la contrazio-