La marcia verso l'automatismo è stata felicemente sintetizzata, dal punto di vista dell'uomo che in essa rimane inserito, come « il movimento progressivo per cui il lavoro creatore si trasferisce dall'esecutore al costruttore ». L'iniziativa viene sempre più sottratta all'operaio che maneggia la macchina: questa lavora sempre più da sola: vale a dire che l'intelligenza umana non dovrebbe più avere tendenzialmente il compito di utilizzare la macchina sibbene di concepirla, di costruirla, di regolarla e controllarla. Così come l'operaio si è evoluto nell'operatore, questo viene rimpiazzato ora dal sorvegliante, dal riparatore; dal tecnico. In questa marcia si possono distinguere due grandi fasi. I. La fase della decomposizione del lavoro, dalla macchina universale alla macchina specializzata. 1. Il tornio primitivo rappresenta la macchina utensile da cui derivano la gran parte di « macchine da truciolo » : essa è ridotta ad un meccanismo elementare, spesso anche azionato dall'uomo che conserva ampia possibilità di iniziativa (regolazione; profondità di incisione ecc.). 2. Le macchvne universali. La macchina universale nasce quando l'utensile si incorpora nella macchina e la specializza. La macchina utensile più caratteristica è la fresa universale. Le possibilità di questa macchina sono ampie : spetta ancora all'operaio utilizzarle. Gli americani le dicono « flessibili » ; l'operatore rimane arbitro della loro « flessibilità ». E corrisponde, nel quadro dello sviluppo economico, alla lavorazione in piccola serie. Gran parte del tempo per la sua utilizzazione viene speso per la regolazione (la loro messa a punto) : l'operatore può ignorare il meccanismo della macchina, ed invece rimane responsabile del funzionamento che dipende dalla sua intelligenza ed abilità. 3. Le macchine specializzate. Il loro avvento è legato alla esigenza di grande serie. Il maneggio diviene semplice e monotono, visto che la grande macchina esegue sempre lo stesso tipo di operazioni. L'unità di lavoro non è più costituita dall'uomo e dalla sua macchina, ma dalla successione delle macchine destinate ad effettuare operazioni parcellari successive, unitamente agli uomini che servono queste macchine. Nasce la catena, il cui organizzatore è l'unico ad avere una visione globale della produzione organizzata. Gli uomini della catena sono solidali gli uni agli altri insieme alle macchine e ciascuno con la sua macchina è impossibilitato a realizzare alcunché di compiuto. La specializzazione conosce due fasi : quella delle macchine adattate a compiere un certo tipo di operazioni meglio della macchina universale (l'alesatrice, la rettificatrice ecc.) ; quella delle macchine concepite per un lavoro particolare. Questa fase è ancora dominata dalla « guida a mano » da parte dell'operaio. II. La fase della ricomposizione del lavoro, dalla macchina multipla alla macchina automatica. Si combinano gli elementi singoli provenienti dalla macchina universale, si raggruppano le operazioni, si giustappongono o si organizzano i 16