diffuse soprattutto nelle regioni centrali e meridionali (Umbria, Lazio, Campania, Puglie). La produzione di tabacchi pesanti interessa le varietà Kentucky, Beneventano e Nostrano, coltivate, eccettuata la seconda, prevalentemente nelle regioni settentrionali (Veneto, Emilia) e in Toscana.
Canapa,, cotone, lino. — Sempre più grave si va facendo la crisi della canapa, la cui coltivazione, che interessava 85 mila ettari nel 1936-39, si è ristretta agli attuali 35-40 mila ettari concentrati in Emilia (provincie di Bologna e Ferrara) e in Campania (Caserta e Napoli). La forte concorrenza delle fibre succedanee (juta, ramiè) e la riduzione nel consumo dei tessili hanno determinato la deficiente situazione del settore con grave danno economico per le categorie interessate.
Di minore importanza sono le colture del cotone e del lino, il primo localizzato quasi esclusivamente nella Sicilia che fornisce l'85% della totale produzione nazionale (pari nel 1954 a 97 mila quintali di fibra e 154 mila quintali di seme utilizzato per l'estrazione dell'olio), il secondo coltivato, oltre che in (Sicilia, prevalentemente in Lombardia, Emilia, Abruzzi e Calabria.
Semi oleosi. — Notevolmente aumentata rispetto al periodo prebellico è la coltivazione dei semi oleosi (da 8 mila ettari nel 1936-39 a 21 mila ettari nel 1951-54), in conseguenza dell'aumentata domanda di olii e grassi vegetali sia per uso alimentare che industriale. Questi prodotti danno vita ad una notevole attività di trasformazione e commerciale di cui risentono svantaggiosamente l'olivocoltura e l'industria olearia, dati i più bassi costi dell'olio di semi e la facilità di sofisticazioni, talvolta non svelabili neppure dai più accurati procedimenti di analisi. La maggiore produzione di semi oleosi riguarda l'arachide (Lazio, Campania), la colza (Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia), il ravizzone (Lombardia, Piemonte, Emilia), il girasole (Veneto, Friuli) ed il sesamo (Sicilia).
Nonostante l'aumentata produzione (q.li 231 mila nel 1954 contro q.li 91 mila nel 1936-39) importiamo ancora dall'estero notevoli quantitativi di semi oleosi; nel 1954 l'importazione è stata di 584 mila q.li, di cui il 60% costituita da semi oleosi per uso alimentare.
Fiori. — La coltivazione dei fiori costituisce uno dei maggiori cespiti di guadagno della Liguria (19 miliardi di lire nel 1954, pari al 32% della produzione agricola regionale), ma anche altre regioni realizzano da questa attività notevoli introiti: il Piemonte dalle piante per profumeria, la Toscana e la Lombardia dalle piante decorative, il Lazio dalla vendita dei fiori da recidere.
Le produzioni zootecniche
Nonostante l'importanza che il settore zootecnico riveste per l'agricoltura del nostro paese e nonostante la necessità di aumentare i consumi di derrate animali ancora troppo bassi in numerose zone e proprio pelle categorie agricole, le produzioni sono soggette a periodiche crisi di mercato che ne limitano fortemente lo sviluppo. La causa di ciò è da ricercarsi soprattutto nella deficiente organizzazione mercantile dei produttori che determina troppo forti divergenze tra prezzi all'origine e al consumo.
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