tata ad operatrici diverse come, ad esempio, torni, alesatrici, dentatrici e fresatrici. Il controllo automatico e la calibratura inseriti e coordinati in un ciclo di lavoro hanno una funzione assai più complessa. Si tratta di regolare costantemente il funzionamento della macchina mediante servomeccanismi, in modo che tutta la produzione risulti con i requisiti dimensionali richiesti. Meglio ancora se i dispositivi incorporati provvedono alle necessarie correzioni in base all'usura degli utensili (principio del feed back o della controreazione). Per quanto possa sembrare paradossale, l'elemento umano (con la sua intelligenza, intraprendenza e ambizione) ha costituito sinora la pietra angolare del progresso industriale, ma nello stesso tempo, ne ha rappresentato il punto debole. Infatti la fatica, gli errori e le limitazioni propri della natura umana hanno costituito un intralcio alla efficienza produttiva. Se la meccanizzazione ha sollevato il lavoratore di gran parte della sua fatica fisica, sembra ora di essere arrivati finalmente al punto di alleviargli anche gran parte della sua fatica mentale. L'automazione, come era da aspettarsi, ha fatto il suo trionfale ingresso anche nel campo delle macchine utensili : alle operatrici convenzionali si sono abbinati i " cervelli elettronici ". Si tratta di calcolatrici analogiche e numeriche che trasmettono ordini e dati alle macchine in base ai dati registrati su di una memoria. Questa può essere costituita da scheda o nastro perforato, nastro magnetico, tamburo magnetico ecc. E' la tecnica del cosiddetto " controllo numerico " che si è andata rapidamente diffondendo, accolta con grande favore poiché consente di comandare, automaticamente, le macchine utensili guidandole durante l'intero ciclo di lavorazione (con cambiamenti nella velocità di taglio, negli avanzamenti, nella profondità di passata) senza alcun intervento diretto dell'operatore. Non dobbiamo però credere che l'industria abbia ormai raggiunto lo stadio in cui possa impiegare " macchine pensanti ". Neppure i già citati cervelli elettronici arrivano a tanto ed il pensiero resta ancora una delle prerogative esclusivamente umane, mentre le operatrici convenzionali svolgono e continueranno a svolgere i loro compiti insostituibili. L'automazione è certamente destinata ad avere profonde ripercussioni sul nostro stesso sistema di vita. La cosidetta disoccupazione tecnologica ne sarà una delle tante conseguenze. Anche se essa non darà luogo alla vera e propria disoccupazione di massa, vi saranno, quasi in generale, spostamenti e trapassi di mano d'opera. Di fronte a certe categorie di lavoratori che vedranno diminuire le loro possibilità di occupazione, ne sargeranno indubbiamente altre con incarichi diversi, ma certamente di natura più squisitamente specializzata. Questo processo di evoluzione tecnica porterà quasi automaticamente a una riqualificazione del personale che sarà chiamato a far fronte a compiti più impegnativi ma anche più dignitosi e di maggiore responsabilità » (14). (14) S. Leporatti, Un poco di storia della macchina utensile in « La lavorazione-meccanica base del progresso economico », Ed. Rivista di meccanica, Milano, 1958. 24