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Christopher Wagstaff
dollari degli introiti per il 1960 venivano da quattro film peplum con Steve Reeves, e che gli introiti per il 1963 venivano per il 75 per cento da film spettacolari come Barabba e Sodoma e Gomorra, che erano stati fatti con investimenti americani: così Guback spiega gli anni di punta. Tuttavia il periodo in cui Variety raccolse questi dati coincide con quello in cui venne concesso il maggior numero di permessi di esportazione di film italiani per gli Stati Uniti.
    Fu nel 1947 che l’industria cinematografica italiana cominciò a rendersi conto delle vere possibilità del mercato estero. L’anno prima, certamente, si era parlato molto dell’esportazione, ma furono l’enorme successo di prestigio dei film neorealisti, i premi che continuavano a vincere in tutti i festival, e il successo di film come Aquila nera che resero concreta una situazione fino allora ipotetica. I film neorealisti che avevano il massimo successo commerciale all’estero erano quelli più di «genere», Roma città aperta, Vivere in pace, Il bandito, Riso amaro, Domani è troppo tardi. Il successo artistico di certi film che incassavano poco sia in Italia sia all’estero aiutava ad aumentare il prestigio del cinema italiano, e di conseguenza contribuiva agli incassi dei film più commerciali. Molti film vecchi o mediocri si fecero portare all’estero sulla schiena di quelli di qualità. A New York, l’elenco del distributore Superfilm annunciava ventidue film italiani per 1946-47, fra cui I bambini ci guardano, La corona di ferro, Enrico IV, La cena delle beffe, e La donna è mobile, film di prima della guerra. L’anno successivo, un elenco di distributori di film italiani a New York mostrava più di cinquantacinque film italiani in distribuzione per la stagione del 1947-48. Nell’ottobre del 1947 Un colpo di pistola venne proiettato a Parigi (e nell’ottobre dell’anno successivo Abuna Messiais). Cinematografia italiana dell’ 11 gennaio 1947 annunciava il successo del cinema italiano in Argentina, Svizzera, Norvegia, Iraq, Romania, Spagna, Egitto e Stati Uniti, calcolando il numero di film in circolazione sul mercato estero in duecen-totrenta, e i proventi per il 1946 in circa un miliardo di lire. Año stesso tempo i commentatori deUa stampa industriale italiana si preoccupavano deUa qualità di molti film esportati e deUa tendenza degli esportatori italiani a sfruttare la moda offrendo vecchi film ai distributori oltre confine.
    In Argentina Vivere in pace incassava bene, insieme con II bandito, Un americano in vacanza, Aquila nera e ’O sole mio. Roma città aperta ebbe un grande successo, ma fu colpito daña censura per essere antifascista, ritirato e ricategorizzato come film «di orrore, sconsigliato agli impressionabili». Lonorevole Angelina trionfò a Buenos Aires. All’inizio del 1948, Il bandito aprì ñeñe due maggiori sale di Istanbul. In Turchia ebbero un buon successo Rigoletto, Carmen, e. Aquila nera, un successo mediocre Fedora e II mercante di schiave, mentre Roma città aperta non piacque al pubbli-