14 Introduzione — possibilmente fino al completamento di un ciclo educativo superiore, non importa se professionale, tecnico, o liceale, purché sia fatto bene; - e, comunque, fino all’acquisizione di una professionalità spendibile. Perché questa è la condizione per non sentirsi cittadini “ dimezzati” domani, nella vita professionale come in quella extraprofessionale. È inevitabile che nelle società complesse degli anni novanta si accentui una tendenza già chiarissima oggi: l’uomo “a una sola dimensione”, privo di un retroterra scientifico e culturale si sentirà sempre più uno “spostato”, anche se ha un lavoro e uno stipendio. Senza una base culturale-professio-nale tutto diventa più difficile: trovare un lavoro soddisfacente, cambiare professione, avere mobilità. Questo è quanto dobbiamo dire ai ragazzi. Ma noi adulti, noi classe dirigente, dobbiamo preoccuparci che si studi meglio, che si valorizzino “i capaci e i meritevoli” - per usare il linguaggio burocratico di una volta -, che si recuperino coloro che hanno gravi difficoltà, attraverso itinerari e sostegni formativi adeguati alle loro reali possibilità. Non è facendo confluire i mille rivoli di diversi interessi, diverse capacità, diverse abilità in un unico stagno che si aiuta lo sviluppo della persona. Oggi si deve e si può studiare meglio. Tutto ciò che va in direzione contraria, verso un abbassamento dello standard educativo/formativo, non è altro che demagogia e mistificazione nei confronti dei giovani. La scuola non è un hobby, non è un istituto di beneficenza, non è tribuna politica: è impegno, per gli allievi come per i docenti. Avere un sistema educativo di alta qualità per gli anni novanta è il metro con cui andranno giudicate tutte le proposte di riforma sia nel sistema scuola sia di quello della formazione professionale: e questo vale anche per recenti e controverse proposte di buoni-scuola su cui non esprimo un giudizio, ma dico solo che sono state dibattute secondo un metro sbagliato e vecchio, quello della disputa ideologica tra cattolici, laici, marxisti. Un sistema educativo di alta qualità non è un obiettivo impossibile. Certo richiede un profondo ripensamento di programmi, per evidenziare l’attualità culturale e scientifica di ciò che si studia (anche se risale al passato) per sottolinearne - ove possibile - la spendibilità operativa, per mettere in luce i legami tra le diverse materie.