Ricordando che valori inferiori a 100 dell’indice sintetico riflettono situazioni di criticità
relativamente meno gravi della media dei capoluoghi, si rileva che nel 2013 il capoluogo
piemontese è fra i comuni meno colpiti, dopo Venezia e Trieste, pur mantenendo relativamente alto, così come da rilevazioni precedenti, il rischio di rimanere feriti (valore
dell’indice di lesività). Non stupisce, invece, che Roma figuri in fondo all’ordinamento: la
capitale italiana, infatti, concentra il maggior numero di incidenti, morti e feriti, rispetto
alla regione e presenta un valore di esposizione al rischio incidentale fra i più elevati, pur
avendo un indice di mortalità relativamente contenuto (1,0).
Passando ad analizzare singolarmente gli indicatori presentati nella Tab. 3, va rilevato innanzitutto che, nel complesso, i capoluoghi di regione concentrano il 26% degli incidenti
avvenuti in Italia tra il 2011 e il 2013 e il 12% dei morti.
Quota di incidenti e morti rispetto al totale regionale. Rispetto alla regione di appartenenza, Roma mostra l’incidenza più elevata tra tutti capoluoghi: il 67% dei sinistri e il 41%
dei morti rilevati nel Lazio. Segue Genova, nella cui area urbana avviene il 49% dei sinistri
della Liguria. Il comune di Torino concentra il 28% degli incidenti della regione, valore
leggermente superiore a quello totale dei capoluoghi, così come in linea, ma leggermente
inferiore, è la quota di morti (11%).
Indice di concentrazione degli incidenti. Al fine di cogliere meglio il contributo relativo
all’incidentalità regionale di ciascun capoluogo, è stato calcolato un indice di concentrazione degli incidenti rispetto a quello della popolazione7. In base a questo parametro,
Milano si rivela il comune con la maggior concentrazione di incidenti rispetto alla quota di
popolazione residente, seguito da Bari e Cagliari. Torino si colloca tra le città con il valore
più basso dell’indice.
Morti per milione di abitanti. I capoluoghi italiani, insieme, hanno un valore leggermente
inferiore a quello dell’Europa a 28 (48 morti ogni milione di abitanti, rispetto ai 51 dei
paesi dell’Unione8), nettamente inferiore a quello riferito all’Italia (57). Pur se in miglioramento rispetto alle precedenti rilevazioni, Roma e L’Aquila sono i capoluoghi con il più
alto livello dell’indice, con 56 morti (ogni milione di abitanti), seguiti da Aosta e Perugia
(50). Torino (36) figura nel gruppo delle città con il valore più basso di questo indicatore.
Indice di mortalità. Il capoluogo subalpino figura tra quelli con i valori più bassi (1,0), ma
in lieve peggioramento rispetto al passato (nel triennio 2010–2012 si attestava a 0,8). Milano, Firenze e Genova sono i capoluoghi con la mortalità più bassa (0,5). Catanzaro (2,4),
Napoli (1,7), Potenza, L’Aquila e Perugia (1,4) sono invece le città che presentano valori
sensibilmente più elevati dell’indice di mortalità rispetto alla media complessiva.
	Tale indice è ottenuto dal rapporto tra quota di incidenti e quota di popolazione di ciascun capoluogo. Torino, ad
esempio, concentra il 27% dei sinistri totali e il 20% della popolazione del Piemonte: il suo indice di concentrazione è
0,27/0,20=1,37.
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	 Fonte CARE: http://ec.europa.eu/transport/road_safety/pdf/observatory/historical_evol_popul.pdf.
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Relazione Annuale

164 IRES 2014