in questo valore rientrano solo le videocamere che hanno finalità di sicurezza urbana di proprietà degli enti locali. Di questo considerevole parco di videocamere, anche grazie agli investimenti realizzati negli anni dalla Regione Piemonte, circa i 2/3 sono digitali mentre il restante terzo, ancora a tecnologia analogica, è a forte rischio di obsolescenza e vetustà. Rilevante è poi il numero di impianti non funzionanti: circa l’11% (515). Questa fotografia conferma la tendenza in atto da circa un decennio: la videosorveglianza è uno degli strumenti principali (e consolidati) delle politiche di tutela della sicurezza pubblica e di contrasto dei fenomeni di criminalità e illegalità. Purtroppo l’assenza di linee guida comuni e la rapida evoluzione tecnologica hanno contribuito a determinare un quadro generale caratterizzato dalla presenza di molte tecnologie differenti, talvolta obsolete e non funzionanti, che rendono complesse le operazioni di gestione e utilizzo da parte degli amministratori pubblici e degli operatori del settore (Operatori di Polizia Municipale, tecnici dei data center pubblici). Sulla scorta di queste considerazioni la Regione Piemonte, attraverso il settore Polizia locale e politiche per la Sicurezza, a fine 2012, ha deciso di avviare un progetto pilota con l’obiettivo di sperimentare e mettere a disposizione degli Enti locali uno strumento innovativo per migliorare l’uso dei sistemi di videosorveglianza. Il progetto, denominato Observo, è stato realizzato con il supporto tecnico di CSP–Innovazione nelle ICT. Il progetto Observo si inserisce nell’azione di sostegno agli Enti locali che il Settore Polizia Locale e Politiche per la Sicurezza della Regione Piemonte mette in atto concretamente attuando le disposizioni contenute nella L.R. 23/2007 sulla Sicurezza Integrata. Questa sperimentazione ha coinvolto i comuni di Cuneo, Settimo Torinese e Vercelli, tre contesti territoriali individuati sulla base di precedenti esperienze in materia di videosorveglianza, l’esistenza di un’infrastruttura dedicata e disponibilità a sperimentare nuove opportunità di servizio. Il fatto che i comuni scelti per il test possedessero un’estesa infrastruttura di videosorveglianza, ma con caratteristiche disomogenee in termini di dotazioni tecniche, modalità organizzative e di gestione degli impianti ha permesso di realizzare un sistema adattabile ai diversi contesti territoriali. Come sottolineato in precedenza, scopo prioritario del progetto era testare un sistema per produrre, attraverso tecnologie per la prevenzione di situazioni, innovazione in un settore, quello dei servizi di pubblica utilità, cui negli anni vi sono stati significativi investimenti pubblici, coinvolgendo una vasta eterogeneità di tecnologie differenti. In sintesi la sperimentazione ha permesso la creazione di due diversi oggetti strettamente correlati tra loro, posti idealmente a monte e a valle del flusso di funzionamento di un sistema di videosorveglianza: una piattaforma web sulla quale vengono concentrati e visualizzati i dati e le meta–informazioni dei sistemi di videosorveglianza presenti sul territorio; un software Open Source in grado di gestire il funzionamento pratico degli impianti di videosorveglianza (videoserver). Relazione Annuale 135 IRES 2013