questo nella prassi non viene
sostanzialmente utilizzato. In Italia,
negli APQ, sono previsti dei meccanismi
di controllo ex ante ed ex post, volti a
garantire la coerenza con gli atti di
programmazione settoriale di riferimento e a monitorare l'avanzamento
progettuale, e meccanismi di premi e
sanzioni, in parte mutuati da quelli
previsti per i Fondi Strutturali, finalizzati
ad incentivare comportamenti virtuosi
in relazione al rispetto della tempistica
della spesa, delle scadenze procedurali,
della realizzazione delle opere nei
tempi previsti. Nonostante ciò, si
registra una difficoltà nella capacità di
spesa da parte di molte Regioni, in
particolare nella realizzazione di opere
di dimensione economica rilevante. Nel
Centro Nord, con l'eccezione della
Lombardia, si registra una tendenza al
rallentamento dell'avanzamento della
spesa all'aumentare della dimensione
econo-mica delle opere (DPS, 2010). Si
può ipotizzare che l'inerzia da parte di
taluni soggetti attuatori a fronte della
realizzazione degli interventi sia dovuta
anche alla mancanza di risorse non
economiche, evidentemente, ma di
“conoscenza”: i diversi livelli di governo
possono avere differenti capacità di
ottenere le informazioni richieste per
implementare una policy. Nel rapporto
OECD (2007) sono proposte 4 possibili
distribuzioni
di
informazione
e
conoscenza, che corrispondono a
quattro
diverse
possibilità
di
coordinamento (cfr tabella 4).

Le tipologie di accordo, ricondotte allo
schema della teoria economica dei
contratti, sembrano presentare elementi peculiari legati ai meccanismi di
coordinamento ed ai rapporti formali
fra livelli di governo presenti nei diversi
paesi. Per esempio, laddove, come in
Germania, i rapporti fra governo
federale e Länder sono definiti più
chiaramente e con una architettura
istituzionale più netta, è facilitata
l'adozione di schemi contrattuali che si
avvicinano alla tipologia transazionale,
in un contesto in cui la governance
genera minori conflitti. In Italia si cerca,
attraverso il contratto e la ricerca di
regole certe, di attuare una governance
condivisa, anche se ciò non è sempre
garanzia di capacità di organizzazione e
reazione alle criticità da parte dei
soggetti preposti ad attuare gli
interventi. In particolare, si registra la
resistenza da parte di questi ultimi ad
interpretare il controllo da parte delle
amministrazioni centrali e regionali
come uno strumento utile a tenere
sotto controllo eventuali problemi
sopraggiunti e non come una ingerenza
nella propria sfera di competenza (DPS,
2010).
Data la natura prevalentemente
relazionale
delle
tipologie
di
accordi/contratti analizzati nei diversi
paesi, emerge una debolezza (o non
applicabilità) di meccanismi di controllo
esterni e, pertanto, una prevalenza dei
controlli interni. Anche in Spagna, dove
sarebbe formalmente previsto il ricorso
alla
giurisdizione
amministrativa,

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