intervento affidabili e recenti (ad es. il
piano direttore risorse idriche, il piano
stralcio per l'assetto idrogeologico del
bacino del Po), in cui erano già
predefinite le azioni e le priorità da
affrontare. Nel caso piemontese sono
inoltre stati promossi alcuni Accordi
volti
a
sostenere
relazioni
intergovernative
di
carattere
orizzontale, tra amministrazioni locali.
Il riferimento è ai programmi integrati
di sviluppo locale e dei programmi
territoriali integrati11. Le diverse
amministrazioni locali sono state infatti
chiamate a definire, in modo
relativamente autonomo, opportune
aggregazioni intercomunali e relative
programmi di sviluppo, con la Regione
che si è assunta un ruolo di regia
dell’intera operazione. L’esperienza ha
incontrato non poche difficoltà nelle
fasi di predisposizione e approvazione
dei programmi integrati ma è stata
sopratutto compromessa dal fatto che
le azioni ed i progetti previsti nei
diversi programmi avrebbero dovuto
beneficiare dei finanziamenti previsti
nel PAR FSC, che non è stato avviato
nei tempi previsti.
Come già evidenziato, il precedente
periodo di programmazione (20002006),
ruotando
sostanzialmente
attorno allo strumento dell’Accordo di
Programma Quadro, ha dato origine a
forme
di
governo
multilivello
funzionalmente articolate (ovvero per
ambiti di policy) con modeste

interazioni tra i diversi settori. Il rischio
di questo approccio consiste nel non
sollecitare alcuna forma di integrazione
tra politiche settoriali. Alla base della
nuova architettura istituzionale del
FSC, quella in essere per il periodo
2007-2013, un ruolo rilevante (per il
livello di governo regionale) è stato
attribuito al Documento Unico di
Programmazione (DOCUP) e ai suoi
programmi attuativi (POR FESR, POR
FSE e PAR FSC). Tra gli altri obiettivi,
questo rinnovato quadro si propone
anche di promuovere un maggiore
coordinamento ed integrazione delle
politiche settoriali regionali. In sede di
formulazione del DOCUP prima e del
PAR FSC, tra i diversi soggetti regionali
competenti per materia dovrebbero
instaurarsi interazioni in grado di
promuovere una programmazione
congiunta di risorse ed obiettivi.
Nell’esperienza piemontese, come
peraltro in quella di numerose altre
Regioni italiane, tale esito non è stato
pienamente realizzato. Ad impedire
una maggior integrazione hanno
giocato diversi fattori. In primo luogo,
le procedure di programmazione dei
fondi strutturali (POR FESR e POR FSE)
presentavano percorsi decisionali più
rigidi con tempistiche predefinite (ed
infatti essi sono stati solitamente
predisposti prima – e quindi a
prescindere - dei rispettivi DOCUP). In
secondo luogo, a differenza del PAR
FSC, esse potevano contare per la
predisposizione dei programmi su
strutture organizzative ampiamente
rodate e consolidate dalle esperienze

11

Su questi aspetti si veda anche il capitolo 2 nella
parte seconda
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