Le visioni hindú di Cristo 147 3.3. Gesù come Nilakantha [ilDio dalla gola blu] Dopo aver presentato Gesù come re della danza, l’immagine successiva potrebbe essere quella di Nilakantha, il Dio dalla gola blu. Alcuni pensatori hindú, tra cui Radhakrishnan, avevano difficoltà ad accettare l’idea di Gesù morente sulla croce: come può un Dio morire su una croce? Gesù soffre e muore per salvare il mondo, perché lo ama e il suo amore implica sofferenza: idea non del tutto estranea agli hindú. Nel contesto mitologico del conflitto tra bene e male (oppure tra àditya e daitya, dèi e demoni), si narra infatti che Siva, per salvare il mondo, abbia bevuto del veleno. Un giorno dèi e demoni si riunirono per trovare il modo di diventare immortali, e qualcuno suggerì di agitare l’oceano di latte per produrre l’ambrosia. Allora essi usarono il serpente come corda della zangola, e la montagna come paletta. Ma mentre dèi e demoni agitavano l’oceano, il serpente Vàsuki emise il veleno che avvolse l’intero universo, paralizzando il triplice mondo con l’odore dei suoi fumi. Per salvare il mondo, allora, Siva bevve il veleno del serpente, ma il veleno si fermò nella sua gola facendola diventare blu: da qui l’appellativo di Dio dalla gola blu. Sarebbe dunque lecito attribuire questo appellativo anche a Gesù, che prese su di sé i peccati del mondo? 3.4. Gesù come Naciketas Come narra la Katha-upanisad, Naciketas si recò nel regno dei morti e attese pazientemente Yama, il dio della morte, per tre giorni. Al ritorno da un giro di ispezione, Yama trovò ad attenderlo il ragazzo e, compiaciuto, gli concesse tre favori. Naciketas chiese di poter sapere che cosa accade dopo la morte ma, grazie ai consigli datigli da Yama, poté fare ritorno al mondo degli uomini con quella nuova conoscenza. Anche Gesù ritorna nel mondo dei vivi dopo essere disceso nel mondo sotterraneo, il regno della morte. Attribuire a Gesù l’epiteto di Naciketas potrebbe dunque avere un certo valore evocativo per gli indiani. Tra le molte tradizioni hindú vi è anche il canto dei mille nomi di Siva o di Visnu; i cristiani hanno adottato un’identica tradizione componendo il ]esusahasrandmdni, una litania di mille nomi che prende a prestito molti appellativi di divinità hindú: Adipurusa, Purusottama, Yogin, Guru, Avatàra, Prajàpati [Signore dei viventi], Visvakarman [Creatore dell’universo], Anuttama [l’Insuperato], Màrga [la via], Pràna [energia vitale di tutti gli esseri], Prànada [Donatore di vita], Lokanàtha [Signore dell’universo], Paramesvara, Bhaktavatsala [mise-