Samuel L. Baily che si recarono in America Latina? Sicuramente, il transnazionalismo nell’accezione di azione a cavallo delle frontiere regolarmente collegata a origine e destinazione da parte di singoli migranti, come se vivessero in due luoghi allo stesso tempo, descrive l’esperienza di alcuni immigrati italiani in America Latina. I collegamenti articolati e le comunicazioni sottesi a questi nessi furono, come abbiamo visto, di speciale importanza. I tipi di collegamenti compresero lettere, giornali, fotografie, persone e vari networks formali e informali (governativi, commerciali, politici, e così via). Per quanto riguarda velocità e frequenza di comunicazione, occorrevano ovviamente settimane per comunicare nel passato, ma non abbiamo nessuna indicazione che tale misura di tempo escludesse l’effettivo funzionamento delle reti che consentivano un regolare coinvolgimento dei migranti in due società. La frequenza e la regolarità di scambio furono sufficienti. I Sola, per esempio, scambiarono una media di venti lettere all’anno per più di vent’anni e, come abbiamo visto, ciò, insieme a visite da parte di amici e parenti, fu abbastanza per permettere una loro partecipazione intensa nelle vite di individui al-l’origine come alla destinazione. Il contenuto dei collegamenti e delle comunicazioni era tanto vario quanto le vite e le attività di coloro che erano interessati - politica, denaro, salute, merci, risparmi, famiglia, amici, comunità, e così via. E infine, quale fu l’impatto che queste connessioni e comunicazioni sortirono sulle vite degli immigrati coinvolti? Tale impatto fu significativo in modi differenti per gruppi differenti all’interno della comunità immigrata. Le élite della comunità italiana a Buenos Aires presero parte a ciò che stava accadendo in Italia. Furono coinvolte politicamente. Ebbero legami con il governo e con gli affari, così come con gli individui. Cittadine, come Agnone e Biella, furono legate ai loro cittadini residenti a Buenos Aires. Singoli, come i membri della famiglia Sola, furono strettamente collegati tra loro attraverso l’Atlantico. In ognuno di questi casi gli attori coinvolti generarono spazi sociali transnazionali, mediante reti che si estesero dai villaggi e dalle nazioni di origine fino alle molteplici destinazioni in America Latina e, di nuovo, indietro in Italia. Non tutti, per quanto forse la maggior parte, tra i migranti italiani presero parte a quella che noi oggi chiamiamo attività transnazionale e non tutti quelli che furono partecipi lo fecero allo stesso 64