Samuel L. Baily
   Le lettere mostrano i Sola profondamente e simultaneamente allacciati a molteplici reti sociali sia a Biella sia a Buenos Aires. Tali reti erano formate da famiglia, amici, amici di amici, conoscenti e persino biellesi mai incontrati in precedenza. Oreste si recò a Buenos Aires perché il suo padrino Zocco lavorava là nel settore edile. Quando Oreste sbarcò, andò direttamente alla casa di Zocco e, dopo un anno e mezzo passato a esplorare le opportunità dell’interno dell’Argentina, seguitò a vivere con Zocco, fino a quando non si sposò nel febbraio del 1908. Come lo stesso Oreste assicurò ai suoi genitori: «Noi [Zocco e Oreste, N.d.A. j viviamo insieme e la vita che egli conduce è anche la mia» (Baily e Ramella 1988, p. 54).
   Praticamente, tutto ciò che Oreste fece a Buenos Aires era riconducibile a questa o quella rete a base biellese. Viaggiò da Biella a Buenos Aires insieme a un gruppo di amici della zona di Biella. Quando desiderò vagliare le opportunità che l’Argentina offriva, mosse verso la città interna di Mendoza perché là stavano i suoi amici. «Un giorno», scrisse, «mi venne l’idea, sapendo che il cognato e la sorella di Secondino erano a Mendoza» (ibid., p. 37). Quando si aggiudicò un contratto per costruire la ferrovia all’interno dell’Argentina, assunse il suo vecchio amico di scuola Secondino Cravello come suo assistente principale. In aggiunta chiamò una squadra di nove manovali biellesi che vivevano a Buenos Aires per lavorare al progetto. Per finanziarlo, si rivolse a un amico del padre in Italia, Carlo Pella, per un prestito. Come spiegò al padre: «Non posso mettere insieme l’intera somma, perché ci vogliono diverse migliaia di pesos [25.000, N.d.A. |. Per cui, mi rivolgo al Sig. Carlo Pella, dato che egli crede molto in me, per racimolare la su menzionata somma» (ibid., p. 97).
   Anche Oreste fu regolarmente coinvolto nella vita della sua famiglia a Biella. Si preoccupò considerevolmente per il futuro di suo fratello minore Abele. Scrisse spesso a riguardo della sua formazione e se fosse o meno il caso che lo raggiungesse a Buenos Aires. In principio, Oreste si oppose all’idea che suo fratello andasse a Buenos Aires. «Mi parlate di Abele», scrisse Oreste nell’agosto del 1907, cinque anni prima che Abele lo raggiungesse effettivamente a Buenos Aires, «vorreste che venisse qui da me. Sono dell’opinione contraria. Preferirei [...] [che egli] andasse all’università e prendesse un titolo da ingegnere». Si offrì di pagare le spese universitarie e
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