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Carl W. Ernst
                     La diffusione, sia per mezzo della stampa, sia attraverso le registrazioni audio, di prodotti culturali associati al sufismo illustra un processo in corso nelle società musulmane da almeno un secolo e mezzo, che consiste nell’impiego di nuove tecnologie per divulgare gli insegnamenti, precedentemente esoterici, del sufismo. Ho scelto di denominare tale processo “la divulgazione del segreto”11, giacché l’introduzione della stampa e della litografia ha reso possibile la diffusione degli insegnamenti sufi su una scala ben più ampia di quella consentita dalla produzione manoscritta. Come si è già notato a proposito delle opere in arabo di Ibn ‘Arabi, allorché apparvero stampate per la prima volta alla fine del secolo XIX, qualsiasi opera della quale esistessero al massimo un centinaio di manoscritti (per giunta di difficile accesso) divenne improvvisamente disponibile in migliaia di copie presso qualsiasi libreria. Anche se al riguardo non disponiamo di prove del tutto inconfutabili, vi sono alcuni indizi circa il fatto che, nelle principali località in cui nel secolo XIX fu introdotta la tecnologia necessaria per la stampa in serie (Il Cairo, Istanbul, Teheran e Delhi), i principali patrocinatori delle pubblicazioni a stampa, a parte i governi, furono gli ordini sufi12. Un altro esempio sorprendente della nuova situazione in cui venne a trovarsi il sufismo è rappresentato dal modo in cui ai capi sufi è stato possibile pubblicizzare il proprio insegnamento attraverso la pubblicazione di periodici sufi; si tratta di un fatto - su cui le ricerche sono appena iniziate - ben documentato per ciò che concerne i territori dell’impero ottomano, l’Egitto e l’Asia meridionale. A tutto ciò possiamo aggiungere la stampa litografica (sia a colori che in bianco e nero) per la riproduzione in serie di immagini di santi sufi, che si trattasse di ritratti immaginari o di fotografie di maestri ancora in vita. Tutto il processo qui descritto di divulgazione del sufismo avvenne esattamente nel momento in cui esso stava diventando
                        dition”», in Africa, 67, 1997, pagg. 560-81; id., «“In the Name of God I will Sing Again, Mawdo Malik the Good”: Popular Music and the Senegalese Sufi Tariqas», in journal of Religion in Africa, 30, 2000, pagg. 191-207; id., «Music for modern Muslims: Griots and Sufism in Senegal», in Africa, 67, 1997; Musa Dieng Kala, Shakawtu - Faith, Shanachie, CD SHA-64072.
                            11     Per approfondire il tema del rapporto fra sufismo e stampa, si vedano C. W. Ernst, Guide to Sufism cit., cap. 7, e C. W. Ernst e B. B. Lawrence, Sufi Martyrs of Love cit., capp. 6 e 7.
                            12     Muhsin Mahdi, «From the Manuscript Age to the Age of Printed Books», in G. N. Atiyeh (a cura di), The Book in the Islamic World: The Written Word and Communication in the Middle East, State University of New York Press/Library of Congress, Albany, 1995, pagg. 6-7. Mahdi ritiene che il grande seguito di cui godono le confraternite renda tali pubblicazioni economicamente fattibili.